TEORIE
Nel periodo che va dal XV al XVII secolo
l'Europa fu investita da vere e proprie epidemie di licantropia,
in particolare nelle regioni della Francia e della Germania, in
concomitanza con l'incrementarsi della caccia alle Streghe.
Muovendo dalla certezza dell'appartenenza
dei Lupi Mannari al Diavolo e alle sue schiere, il dubbio era se si
trattava di metamorfosi effettiva o soltanto illusoria; si tracciò
quindi un'eziologia (studio delle cause), una diagnostica e una
profilassi (studio dei rimedi) dell'infezione licantropica.
Si
può divenire Lupi Mannari per diversi motivi:
-Per una
maledizione, scagliata direttamente da Dio, o per mezzo di un santo,
come punizione per atti particolarmente crudeli. Il modello
originario rimane la leggenda di Licaone.
-Diviene licantropo
anche chi nasce la Notte di Natale (o in altre festività importanti:
Capodanno, Epifania, Pasqua) in quanto la nascita in un tempo sacro
appare un atto di profanazione.
-Dormire a volto scoperto sotto
la luna piena, secondo molte tradizioni popolari, espone al rischio
del licantropismo.
-Si può diventare Lupi Mannari anche
incidentalmente, ad esempio venendo infettati dall' acqua
licantropica, che si raccoglie nelle orme lasciate da un Lupo
Mannaro.
L'idea della trasmissione della licantropia mediante il
morso di un Uomo-Lupo è invece derivata esclusivamente dal cinema,
mutuata quasi certamente dalle modalità di trasmissione
dell'infezione vampirica.
Jack Nicholson ha interpretato
magistralmente il ruolo del Lupo Mannaro
-La causa più importante della
licantropia rimane comunque la natura diabolico-stregonesca: si
diventa Lupi Mannari per intervento diretto del Diavolo, oppure si
stringe un patto con esso che, in cambio dell'anima, consegna una
veste o una cintura di pelle di lupo. Se indossati, questi strumenti
permettono la trasformazione.
Grazie a filtri e unguenti
speciali, Streghe e Stregoni potevano mutare se stessi e gli altri in
lupi; spesso si servivano dei licantropi come cavalcature per recarsi
al Sabba. In tal caso li montavano al contrario, con la faccia
rivolta verso la coda.
La persona affetta da licantropia si può
riconoscere da una serie di tratti caratteristici: corpo
eccezionalmente peloso, occhi iniettati di sangue, dentatura
allungata e possente, temperamento irascibile, portato
all'aggressività.
Vi sarebbero delle differenze sostanziali
sotto diversi punti di vista tra le tre categorie fenomenologiche di
Lupo Mannaro, Licantropo e Uomo-Lupo:
Il Lupo Mannaro
è tecnicamente un uomo che nelle notti di plenilunio si trasforma
fisicamente in un grosso animale feroce e compie delitti sanguinari
per soddisfare la propria fame. Generalmente al momento del
ripristino delle sembianze umane il soggetto mantiene solo un vago
ricordo dei delitti notturni; il lupo mannaro teme la luce e non sale
mai i gradini di una scala; raramente può essere guarito da frustate
date con sottili verghe di frassino, seguite da medicazioni bollenti
a base di zolfo, olio di ricino, aceto e pece. Può essere ucciso
soltanto con oggetti e proiettili d'argento.
I Licantropi
sono uomini che restano uomini. La licantropia è una patologia
mentale senza ripercussioni somatiche; può considerarsi licantropo
un soggetto affetto da una forma di isterismo che lo induce a
credersi trasformato in lupo o posseduto dallo spirito dell'animale.
E' follia pura, il soggetto è molto aggressivo, può essere
danneggiato dalla luce solare, è solitario e affetto da frequenti
crisi maniaco-depressive.
Gli Uomini-Lupo
sono invece bambini che vengono allevati da un branco di lupi e che
poi diventano comportamentalmente dei lupi. Sono stati conosciuti e
fotografati decine di casi di questo tipo, nella regione dell' Uttar
Pradesh in India del Nord e in Francia. Uno dei casi più famosi
risale all'estate 1798, e fu oggetto di una attenta indagine
scientifica. Il bambino venne trovato nella foresta del Tarn,
un dipartimento situato nella zona meridionale del Massiccio
Centrale; catturato una prima volta, riuscì a fuggire per poi
tornare spontaneamente il 9 gennaio del 1800 in un villaggio nel
vicino dipartimento dell’Aveyron.
Uno dei volumi più recenti sui bambini
allevati da animali
Questo caso fu accuratamente descritto dal
medico Jean Itard, che scrisse un resoconto dettagliato della vita di
Victor (il bambino fu battezzato così per la sua particolare
reattività al suono ‘O’) e di tutto quel che è accaduto dopo il
ritrovamento. Victor presentava un’età apparente di circa 11-12
anni, ma non era ancora riuscito ad elaborare una specifica identità
sessuale, né un linguaggio articolato, che non fosse quello dei
richiami adoperati dai lupi, né una qualche forma di autonomia che
potesse rievocare l’identità e le connotazioni di una persona.
Nonostante gli anni trascorsi insieme, agli inizi Itard non riuscì
ad insegnare a Victor a integrarsi pienamente nella società e il
ragazzo morì ancora giovane nel 1828.
Il soggetto non ha
stazione eretta, si esprime come un lupo, ha le mani rattrappite, le
unghie lunghe, le ginocchia callose, i capelli lunghissimi e la barba
incolta; il suo corpo è sporco e cosparso di cicatrici, lo sguardo
ferino, l'atteggiamento diffidente. Anche lui ulula, ma non si
trasforma.
Al di là della distinzione fenomenologica
si possono individuare delle tipologie standard riguardo alla
trasformazione, tipologie che in via generale abbracciano tutto il
campo della licantropia.
Le categorie di riferimento sono
essenzialmente tre:
La trasformazione
fisica sembra essere in realtà la meno accertata, visto che
nei secoli sono rarissimi i casi di testimonianza diretta della
mutazione dell'uomo in lupo. In ogni caso, tale trasformazione
consiste nella 'ristrutturazione' molecolare del corpo, più o meno
completa, in molti casi dolorosa e non sempre reversibile. La mente
del soggetto rimane umana, anche se tutti i parametri fisiologici
vengono alterati, con la logica conseguenza dell'aumento del lato
istintivo della personalità, che rende difficile un controllo
razionale dei propri comportamenti. In passato era credenza comune
che questa trasformazione avvenisse attraverso un rituale magico, e
con l'ausilio di una cintura in pelle di lupo (che però
concretamente non è mai stata trovata).
La trasformazione
mentale è oggetto di studio anche in campo medico e
scientifico, visto il collegamento con una patologia riconosciuta e
rigorosamente catalogata. Ben più difficile sono le sfumature di
tale trasformazione. A quella prettamente Mentale (dove il
soggetto perde ogni collegamento con la sua natura umana, presenta
vuoti di memoria e si comporta in tutto e per tutto come un animale)
si affiancano quelle Onirica, dell'Aura e della
Personalità Multipla. La prima metamorfosi avviene in sogno,
e può provocare alterazioni della pressione del sangue; la seconda è
più 'energetica': è caratterizzata da un'alterazione delle
percezioni e da un innalzamento della temperatura corporea; l'ultima
è molto simile alla schizofrenia. In questo caso però il soggetto
può essere in grado di controllare le varie personalità, e
utilizzarle volta per volta per i suoi scopi.
La trasformazione
sensoriale si divide a sua volta in cinque sottogruppi: la
trasformazione Astrale, che appunto avviene su un altro piano
dimensionale, ma resta collegata al corpo del soggetto attraverso
trance, o visioni; la trasformazione Spirituale, mediante la
quale lo spirito del soggetto entra in quello dell'animale; la
trasformazione Bilocata, dove, in trance, la coscienza del
soggetto materializza a distanza il corpo di un lupo perfettamente
reale, in grado di nuocere. Il corpo del soggetto diviene rigido e
freddo, perdendo fino alla metà del peso corporeo. Le ferite che
dovessero essere inferte al lupo 'bilocato' si trasmetterebbero
immediatamente al 'bilocante'; La trasformazione per Possessione,
dove è lo spirito del lupo che prende possesso del corpo del
soggetto, controllandolo e annullandone la componente umana; infine,
la trasformazione Sensoriale vera e propria, in cui il
soggetto riceve e scambia le informazioni sensoriali dell'animale con
cui è collegato. Ne può percepire anche i pensieri, ma non può
controllarne le azioni. In questo caso è una lotta tra coscienze, e
prevarrà la più forte, mentre l'altra sarà annullata.
Le difese contro la licantropia sono
scarse. Il Lupo Mannaro sopporta (come i Berserker) le ferite
più atroci, e la sua incredibile forza e agilità ne rendono
difficile la cattura.
Si credeva nel potere dell'argento contro
i licantropi, per cui impiegavano per ucciderlo lame o pallottole
argentee benedette da un prete.
Colpirlo in fronte con un forcone,
infine, può costringerlo a riprendere l'aspetto umano, e se ci si
impossessa della veste stregata e la si brucia, si impediranno
successive trasformazioni.
DOCUMENTI
STORICI
"...Credesti tu, come taluni
sogliono, che certe femmine volgarmente chiamate Parche esistano
e siano capaci di fare ciò che loro si attribuisce: e cioè che
possano predestinare un uomo alla nascita, acciò che questi, quando
vuole, possa trasformarsi in lupo -- che in tedesco vien detto
werewulf -- o in qualsiasi altra figura? Se ciò credesti,
credendo che sia accaduto o possa accadere che ad una creatura divina
sia dato di mutar forma e aspetto per opera d'altri che non Dio
Onnipotente, devi per dieci giorni fare penitenza a pane e acqua..."
[Dai Decretali di Burcardo di
Worms, sec. XI]
Jacques Albin Simon Collin de Plancy
(1794-1881), erudito francese di inizio XIX secolo, pubblicò la sua
opera più celebre a Parigi nel 1818. Il Dictionnaire Infernal
è un volume di circa mille pagine contenenti documenti, biografie,
informazioni riguardanti la magia, la stregoneria, l'occulto.
In
esso, in relazione alla licantropia, si dice che l'opinione più
diffusa sui Lupi Mannari all'epoca era che gli Stregoni potevano
operare la trasformazione solo con l'aiuto del Diavolo; di tali
creature de Plancy fa notare come
"...La loro esistenza è attestata
da Virgilio, Petronio, Solino, Strabone, Pomponio Mela, Dionisio
Afro, Varrone, e da tutti i giureconsulti e demonografi dei secoli
passati...L'Imperatore Sigismondo fece discutere in sua presenza, da
un conclave di sapienti, la questione dei Lupi Mannari, e fu
unanimamente stabilito che la mostruosa metamorfosi era un fatto
accertato e costante..."
Ovidio (43 a.C.-18 d.C ca.), nelle
Metamorfosi, riprende la leggenda di Licaone (vedi par.
LEGGENDE POPOLARI, LICANTROPIA I) per descrivere in versi, per la prima volta, la
trasformazione di un uomo in lupo:
"...La veste in folto vello si
tramuta,/ passano in gambe le protese braccia;/ lupo diventa, e ancor
della perduta/ forma ritien la manifesta traccia:/ chè nella fronte,
già da pria canuta,/ sta quel piglio tuttor d'ira e minaccia;/
scintillan gli occhi, e pinta è nella fiera/ sua complession de
l'odio l'arma atroce..."
Statua raffigurante Ovidio (Sulmona,
chiesa dell'Annunziata)
Giraldo di Cambria (1147-1223) nella sua
Topographia Hibernica racconta che una notte un sacerdote,
mentre era in viaggio, venne avvicinato da un lupo. L'animale parlò
con voce d'uomo, pregandolo di celebrare l'Estrema Unzione per la sua
compagna, prossima alla morte. Spiegò che essi appartenevano alla
gente di Ossory, nell'Ulster, sulla quale pesava una maledizione
lanciata da San Natalis abate: ogni sette anni due membri della
comunità, un uomo e una donna, assumevano la forma di lupi e
dovevano abbandonare il paese.
Il prete, pur stupito, seguì
l'animale fino ad una radura che si apriva all'interno di un bosco, e
vi trovò la lupa. Per dimostrare all'ecclesiastico la veridicità
del suo racconto, il Lupo Mannaro abbassò con una zampa la pelliccia
della compagna, che si rivelò essere una vecchia.
Il sacerdote
somministrò l'Estrema Unzione, dopodichè il lupo rimise la
pelliccia al suo posto.
I Bretoni danno al Lupo Mannaro il nome di
Bisclavret. Spesso si tratta di una volpe che si getta sotto i
cavalli dei cacciatori per terrorizzarli. Si pensava che tale animale
dal comportamento insolito fosse in realtà uno Stregone trasformato
in animale; era credenza comune che se una dama sconosciuta veniva ad
offrire un rinfresco ai cacciatori, subito dopo l'apparizione di un
Bisclavret, poteva trattarsi di una fata, e non c'era da
fidarsene.
Incisione che rappresenta un Bisclavret
Edouard D'Anglemont ha consacrato al
Bisclavret una delle sue poesie, mentre Marie de France, tra i
suoi Lais (poemi in versi scritti intorno al 1160 in dialetto
francese) dedicati a Enrico II Plantageneto, ne inserì uno
incentrato sul Loup Garou, intitolato, appunto, Bisclavret.
In esso si narra di un Barone che, tre volte la settimana, si
allontana da casa senza dare spiegazioni. La moglie, dopo molte
insistenze, riesce ad ottenere la confessione: egli è in realtà un
Bisclavret, e quei tre giorni si trasforma in lupo e vaga per la
foresta. La moglie, terrorizzata, cerca di scoprire un modo per
allontanarsi dal Barone. Scoperto che l'uomo, quando si trasforma, si
spoglia e nasconde le vesti sotto un macigno, con la complicità di
un suo pretendente, un Cavaliere, ruba i vestiti del Barone e questi,
non trovandoli più, non può riprendere la forma umana. Avviene così
che la Dama sposa il Cavaliere, e del Barone non si hanno più
notizie. Un giorno il Re, durante una battuta di caccia, cattura un
lupo, in realtà Bisclavret; l'animale si mostra subito così docile
che il sovrano, sorpreso, decide di portarlo a Palazzo e di farne un
compagno fedele.
I giorni scorrono via tranquilli, ma una sera,
durante un ricevimento organizzato dal Re in persona, Bisclavret nota
la moglie traditrice assieme al Cavaliere, e incapace di controllarsi
li attacca, staccando il naso della donna. Subito fermato, la bestia
sarebbe stata sicuramente abbattuta, se non fosse intervenuto un
vecchio cavaliere, che insinuò al Re un dubbio: che fosse per caso
il Barone scomparso un anno prima?
Le minacce costrinsero la
Dama e il Cavaliere suo amante a confessare, e il Re acconsentì a
tentare un esperimento: Bisclavret venne condotto in una stanza con i
suoi vestiti (nel frattempo recuperati) e tutti attesero fuori. Dopo
un po' il Re ed alcuni suoi consiglieri aprirono la porta, e videro
il Barone addormentato sul letto. Il Re, al colmo della gioia,
abbracciò il suo suddito, e come punizione per la megera e il suo
complice, li bandì dal regno. Questi se ne andarono, ed ebbero dei
figli, tutti riconoscibilissimi da una caratteristica: molte delle
femmine nacquero senza naso.
Il Kongs Skugsjo (Specchio dei Re),
opera norvegese in prosa risalente al 1250, racconta che San
Patrizio, sdegnato perchè una tribù di uomini lo aveva accolto con
versi simili ad ululati, chiese a Dio di colpirli con una punizione
esemplare.
Da quel giorno tutti i discendenti maschi del clan,
in certi periodi, si trasformano in lupi. Alcuni di loro vi restano
per sette anni, e poi tornano uomini per altri sette; altri, invece,
si tramutano in lupi per sette anni, per poi riacquistare
definitivamente la forma umana.
Pencer, nella seconda metà del
Cinquecento, riferisce che in Livonia, a fine dicembre, ogni anno si
trova uno strano personaggio che raduna gli Stregoni in un certo
luogo, anche a forza, se qualcuno rifiuta; attraversato un fiume,
tutti i componenti del gruppo si tramutano in lupi e fanno strage di
uomini e greggi.
Fincel racconta di come, a Padova, venne
catturato un Lupo Mannaro. Gli vennero amputate le zampe, e l'animale
si trasformò subito in uomo, ma con mani e piedi mozzati.
Nel 1588 vicino Apchon sulle montagne
d'Alvernia, Henry Boguet (1550-1619) narra di un gentiluomo che
commissionò ad un cacciatore suo conoscente della selvaggina. Il
cacciatore partì per eseguire l'incarico, ma venne assalito, in
pianura, da un grosso lupo. L'uomo sparò un colpo con l'archibugio,
ma fallì il bersaglio. Durante la lotta che ne seguì, il cacciatore
con il suo coltello da caccia riuscì a tagliare una zampa alla
bestia, che fuggì rapidamente.
Tornato dal gentiluomo, il
cacciatore gli mostrò il trofeo; ma invece della zampa del lupo, i
due uomini con grande stupore videro la mano di una donna, che
portava al dito un anello d'oro. Il gentiluomo riconobbe in esso il
gioiello di sua moglie, quindi si precipitò da lei. La trovò seduta
vicino al fuoco, che nascondeva il braccio destro sotto il vestito.
Il marito le mostrò la mano mozzata e la donna, messa alle strette,
confessò di aver assalito il cacciatore in forma di Lupo Mannaro.
Il
gentiluomo consegnò allora la moglie alle autorità, che la
bruciarono sul rogo.
Daniel Sennert (1572-1637), medico, nel
quinto capitolo del suo trattato Malattie Occulte, riferisce
una serie di fatti da cui risulta l'abitudine di certi indiavolati di
correre in giro come lupi.
Una donna accusata di simile
comportamento, sotto la promessa da parte di un giudice di aver salva
la vita se avesse dato prova dei suoi poteri, si unse il corpo con un
unguento particolare e cadde addormentata.
Al risveglio, tre ore
dopo, raccontò di aver sbranato una pecora, sotto forma di lupo, e
fornì il nome del villaggio dove aveva compiuto il fatto. I giudici
si recarono sul posto e videro con i propri occhi la pecora dilaniata
e morente.
Secondo Pierre Delancre (1553-1631),
celebre demonologo del XVII secolo, i Lupi Mannari hanno una spiccata
predilezione per la carne fresca, arrivando a sgozzare cani e
bambini, mangiando questi ultimi con eccellente appetito. Altre
caratteristiche di queste creature sono l'andatura quadrupede, la
capacità di ululare come veri lupi, le dimensioni delle fauci e
della dentatura, e gli occhi rossi come braci ardenti.
Delancre
racconta poi che il Duca di Russia, avvertito che un suo suddito era
in grado di trasformarsi in ogni sorta di bestia, lo convocò a
Palazzo e lo fece incatenare. Poi gli ordinò di dare prova dei suoi
poteri: il suddito si trasformò subito in lupo, ma il Duca aveva
preparato due mastini, che si scagliarono contro il licantropo e lo
fecero a pezzi.