IL SAPERE INIZIATICO DEGLI INKA (II)
Massimo Guzzinati-Bernardi (tratto da Antikitera.net)
Fonte: ACAM
11/03/2016 17:28:38
IL LIVELLO DEI SOVRANI E DEI NOBILI INCAICI
Al tempo degli Inka, gli ultimi sovrani erano riusciti a raggiungere
il VI
livello di consapevolezza grazie al nono imperatore, Pachakuteq, il quale
non solo ricevette tale illuminazione dal Cielo durante una meditazione in
riva a un lago, ma la rese disponibile, tramite un rituale d'iniziazione da
lui concepito, anche per gli imperatori che lo succedettero.
Il V livello invece era posseduto dal membro più valoroso (in tutti i
sensi) di ogni lignaggio reale, che, differentemente a come accade nella
monarchia europea monolignatica, nella realtà incaica si contavano in
numero di dodici. Il rituale che Pachakuteq aveva creato per iniziare un re
incaico e la sua regina al VI livello, prevedeva la partecipazione di tutti
i dodici rappresentanti di V livello di ciascun lignaggio, i quali, per
poterlo portare a termine, dovevano entrare nei dodici tempietti del
complesso templare di Wiraqocha (Wiraqocha è il nome con cui gli Inka
chiamano il Dio supremo e metafisico). Fu per tale elitaria detenzione del
potere che con la soppressione da parte degli spagnoli della nobiltà
andina, si persero definitivamente le conoscenze legate al V e al VI
livello. Se gli Inka avessero usato un qualunque sistema di scrittura, e
non il semplice 'pallottoliere di cordicelle' noto come quipu, forse ora la
perdita sapienziale di questi ultimi livelli non sarebbe totale.
Comunque sia, la tradizione fino al IV livello è sopravvissuta nonostante
il colonialismo ed è giunta fino a noi con una profezia legata a 13
santuari, situati tra le Ande e il Titikaka: uno incaico e dodici cristiani
(l'energia di questi ultimi comprende anche quella di sacrari locali, un
tempo eretti al loro posto o nelle immediate vicinanze). Questi luoghi
particolari formano una sorta di ragnatela energetica, che può essere
utilizzata per la crescita spirituale di chi voglia entrarvi
propositivamente in contatto.
LA PROFEZIA ANDINA
La profezia che si è sviluppata nell'area andina negli
ultimi cinquecento
anni interessa il periodo che va dal 1990 al 2012, armonizzando così
al suo
interno un gran numero di profezie 'culturali', cioè tutte quelle che
prevedono eventi accaduti o che devono accadere in questo lasso temporale,
tra le quali troviamo la profezia Hopi e quella Maya.
Gli Inka suddividevano le ere in cicli di 500 anni (detti pachakuti) e,
sinteticamente, la profezia descrive quello che dovrebbe accadere a cavallo
tra la nona e la decima pachakuti. Quest'ultima ha avuto inizio nel 1993 e
le sue caratteristiche energetiche finiranno di assestarsi nel 2012. Perciò
fino a tale data i cambiamenti e gli sconvolgimenti planetari saranno
sempre più evidenti.
La profezia specifica inoltre che nel periodo
compreso tra il 2000 e il 2012, durante le feste religiose che si celebrano
annualmente in ciascuna delle 12 cattedrali cristiane (quelle della
profezia appunto), grazie alla grande energia concentrata dai partecipanti
si manifesteranno 12 individui di V livello, detti Inka Mallku (i maschi) e
Ñust'a (le femmine).
Wiraqocha
Dopo il 2012 (non si sa di preciso quando)
questi illuminati si recheranno nel tredicesi-
mo santuario, il Tempio di Wiraqocha vicino
Cuzco, dove prenderanno posto in uno dei
dodici tempietti contenuti entro il suo perimetro
· gli stessi utilizzati a suo tempo dai
dodici nobili incaici di V livello ' per svolgere il rituale di successione
che farà (e che ha fatto) emergere due di loro come individui di VI
livello, detti Sapa Inka (il maschio) e Qoya (la femmina).
Oggi i dodici lignaggi Inka sono scomparsi, però esistono le dodici chiese
della profezia, quindi sussiste anche un nesso, sia logico che energetico,
tra l'antica tradizione incaica e la moderna tradizione andina. Fino a
qualche anno fa c'erano però due problemi insiti in tale contesto: non
si
era riusciti a identificare con esattezza quali fossero le dodici chiese
della profezia e quindi, secondo problema, nessuno poteva andarci e capire
la corrispondenza tra le cattedrali e ciascuno dei dodici tempietti interni
al Tempio di Wiraqocha.