La mitologia protoaraba è ricca di riferimenti a esseri
celesti dagli
incredibili poteri, all'apparizione di luci nel cielo, alla presenza di
manufatti tecnologici dalle magiche proprietà.
La paleoastronautica ha il merito di porre l'attenzione in una diversa
ottica su culture minoritarie antiche. L'attenzione è però sempre
rivolta
ai casi classici come i Maya, l'Egitto e Palenque. Una cultura come quella
islamica e araba sembra non interessare, nella convinzione errata,
retrograda ed estremamente conservatorista su certi argomenti. Il rapporto
tra UFO e arabi è in realtà sempre ben stretto. La cultura islamica
teoricamente non pone problemi all'esistenza di una realtà parafisica,
come
dimostrano i versi del Corano sul mondo parallelo all'uomo dei Jinn, esseri
a metà fra Dio e l'umanità. Ma fin dai tempi pre-islamici abbondano
le
citazioni di antiche tecnologie presso gli arabi. G. Mandel ne "Il regno
di
Saba, ultimo paradiso archeologico" riporta le tradizioni leggendarie
sud-arabiche antiche e islamiche di armi misteriose come laser e atomiche
nello Yemen, insieme a tradizioni remote di guerre straordinarie combattute
con regni africani e asiatici come il Tibet (ricordi di Atlantide e Mu').
Sulla base di raffronti artistici esistenti non è azzardato dire che
la
civiltà di Mohenjo Darjo, se ha affinità con quella sud-arabica,
abbia
trasportato le sue tecnologie aliene post-atomiche anche nello Yemen, il
che spiegherebbe l'eccezionale architettura monumentale di dighe e templi
di questa zona, stupefacente quanto quella egizia. Lat e Manat le dee della
pietra, Quzah il dio della folgore, Az-Zun la venere araba insieme agli dei
pietra, Ash-Shams e Jarrith dei astrali e i cinque giusti: le divinità
politeiste preislamiche assomigliano pericolosamente alle varie deità
aliene delle altre parti del mondo.
JINN, GIGANTI E GRIGI
A riprova di queste influenze, nei monumenti archeologici dell'antica
Arabia del sud si verificano strani fenomeni, come le fotografie non
impressionate, modello Giardino di Boboli e i viaggi in astrale onirici con
personaggi misteriosi di luce del passato. Nel deserto del Rub Al-Khali si
nasconde, secondo i Muqarribun, maghi arabi, la città di Irem delle
Colonne, edificata da Jinn e giganti Ad. Il dio Chthulu è presente nei
testi magici arabi con il nome di Khadhulu simile alla Tiamat sumera
chiamata Kutulu. Ed è presente l'Oannes babilonese, uomo pesce, nelle
leggende delle creature anfibie del mare di Karkar. Può sembrare fantasia,
ma la maggior parte del territorio della Penisola arabica è inesplorato
a
tutt'oggi. Il culto megalitico è evidente nelle divinità preislamiche.
Testimonianze di esploratori dell'800 parlano di Cromlech colossali
all'inizio del deserto siro-arabico, mentre le scoperte dei Tholos quasi
nuragici dell'Hadramauth di Tosi e De Maigret ci riportano un'altra volta
alla civiltà mondiale megalitica, con la presenza di antichi giganti.
La
teoria parafisica dei Jinn di Maometto sembra trovare conferma nelle
rivelazioni del generale americano in Arabia Saudita citato da "Il Giornale
dei Misteri" con i documenti segreti sui grigi infradimensionali che si
spostano tramite il magnetismo, entità vampire e nemiche dell'umanità.
E
conferma giunge dal Golfo Persico, interessato dalle ruote di fuoco del
mare connesse alle anomalie magnetiche (quasi sul modello del litorale
abruzzese) già notato da Charles Fort. Un esempio di "rivelatore"
ante
litteram può essere considerato il Salomone del Corano, con il suo dominio
totale sui Jinn.
PIRAMIDI ABITATE DAI NORDICI
Passiamo all'epoca islamica. Già Peter Kolosimo ricordava le descrizioni
di
creature come gli alberi con molte teste (ingegneria genetica'), i luoghi
ucronici non possibili che potrebbero, però, alludere ad esperienze di
viaggio extraplanetarie e infradimensionali, modello Betty Andreasson. Ibn
Battuta parla addirittura, nella sua Rihla, delle manopole sul muro capaci
di far aprire porte enormi e spostare minareti, indizio di tecnologie
evolute possedute dagli arabi. Il Romanzo di Alessandro Magno, con la
ricerca della fonte della vita, introduce elementi del tutto contattistici,
dal palazzo di gioielli, al pavone, all'uomo bicorne, come già notato
da Z.
Sitchin. Sotto Fes si dice ci sia un intero complesso di gallerie legate
all'antica alchimia, simili agli altri esempi di America precolombiana e
Tibet. Va ricordata la notizia di gallerie sotterranee sotto le Piramidi
d'Egitto abitate da alieni di tipo nordico che starebbero collaborando
segretamente con il governo egiziano. Biblioteche come Alessandria e
Cartagine non sono state distrutte interamente dagli arabi nel Medioevo,
come dimostrerebbero le tracce di antiche conoscenze alchimistiche e
parafisiche di un Khalid Ben Yazid, califfo eretico, o di un Ibn Arabo che,
con la sua teoria delle sfere del reale multiformi e concentriche, è
il
Giordano Bruno islamico. E nell'alchimia araba vi sono le tracce
allegoriche di una fisica della materia sconosciuta e legata a misteriose
civiltà preumane.
MOSCHEE ED ENERGIE CURATIVE
Fenomeni citati nel Corano, come il miracolo della Luna, sembrano ammiccare
a manifestazioni B.V.M. anche nell'Islam. E negli anni '70, come riportato
da E. Von Daniken in "Messaggi dall'ignoto", la chiesa copta del Cairo
di
Zeytun assistette a un fenomeno simile, mai chiarito completamente. Le
citazioni dei popoli preislamici, come gli Ud e i Thamud, sono simili ai
miti dei giganti di tutto il mondo e costruzioni come Palmira andrebbero
ascritte al megalitismo dei Nephilim di Barry Chamish. I frammenti di
iscrizioni egizie, sparse per la città araba del Cairo, lasciano presagire
uno schema esoterico di costruzione della stessa, sul modello della Bagdad
circolare medievale con i relativi orientamenti astronomici modello
Bauval-Gilbert. La stessa cupola delle moschee può essere considerata
un
accumulatore di energia basato sulle geometrie e topologie quantistiche al
pari delle Piramidi. Mistici come Molla Sadra parlano nei loro viaggi
iniziatici di descrizioni analoghe a quelle dei vari "revelators".
Un
esempio di contattismo parafisico è il Vecchio della Montagna e suoi
assassini. L'altalena degli stati dell'essere dei Sufi anticipa le teorie
della nuova fisica di Jack Sarfatti, mentre la loro influenza su governi
del Medio Oriente è già un modello Cabal (vedi: Michael Wolf,
"The Catchers
of Heaven") e Majestic. La lampada di Aladino e altre immagini dalle Mille
e una Notte tradiscono inconcepibili manufatti tecnologici di cui
attualmente stiamo scoprendo i primi principi, come dimostrano le ricerche
del cecoslovacco Pavlita. Tutta la sh'ia gnostica e tutte le sette segrete
- dai Drusi, agli Alawiti, agli Ahl-i-Haqq - nascondono documenti segreti
nelle loro biblioteche per iniziati, con allegorie e miti distorti di altre
realtà sorprendenti, come riferito da Kamal Jumblatt, leader druso, ad
A.
Tomas, riguardo le stanze segrete sotto la Sfinge. Lo stesso Imam nascosto
duodecimano rivela influssi di realtà infradimensionali e parafisiche
che
hanno interferito, connesse alla torre elicoidale di Samarra. Nelle
narrazioni arabe abbiamo esempi di armi meteorologiche e soniche (la poesia
che incita alla battaglia) che danno da pensare. Ancora oggi le tombe dei
Marabutti nel Maghreb emanano misteriose energie curative connesse a
manifestazioni ufologiche. Nell'800 le opere di un Gibran ci introducono
un'altra volta a una dimensione parafisica, da comunità Damanhur.
FIGURE DI FIAMMA
Al giorno d'oggi abbiamo gli UFO nei cieli iraniani, che hanno interferito
nella Guerra del Golfo, le sorprendenti rivelazioni del caso Guardian e le
alleanze sotto banco con regimi arabi da parte di draconiani e grigi per
sperimentare nuove tecnologie militari aliene. Non sono soltanto gli
americani a firmare i patti scellerati. Le operazioni di soppressione delle
informazioni sono oggi fortissime nel mondo arabo ad eccezione, forse, del
Qatar, stato all'avanguardia per molte cose, come dimostra l'emittente
eversiva Al-Jazeeria e sede di associazione UFO e dell'Iran delle prossime
elezioni. Come si vede, una cultura da sempre disprezzata in Occidente, che
si presuppone essere ostile a certi argomenti e fondamentalmente
tradizionalista, riserva a un'attenta analisi piacevoli sorprese per il
ricercatore. Basti pensare che, se affrontiamo la questione da un punto di
vista teologico-islamico, Maometto, Angeli e Dio non possono essere
ritratti e quindi le figure di fiamma dell'iconografia islamica possono
essere benissimo ascritte agli esseri di luce delle manifestazioni
ufologiche. Se non è apertura mentale questa...