E siamo giunti ad un altro numero ricorrente, come il numero sette,
nelle tradizioni dei popoli: il 12.
Dodici le costellazioni, dodici i pianeti, dodici i mesi dell'anno.
Dodici i giorni e dodici le notti (giorni Epagomeni) aggiunte alla fine di ogni
anno per eguagliare l'anno solare.
Il numero dodici è il più frequente sui petroglifi, in relazione
alla religione di Crom in Amazzonia.
Dodici gli Apostoli di Gesù, dodici gli Uomini inviati a Canaan, dodici
le pietre del pettorale del Papa, dodici gli Adityas dei Brahamani in relazione
con i dodici mesi dell'anno.
Anche nel Rig Veda è frequente il numero dodici.
Dodici lettere formano il nome di Dio seguendo le dodici mutazioni del Tetragramma
ebraico.
Dodici titani in Grecia, dodici navi greche nell'Odissea, dodici cavalieri della
Tavola Rotonda, se esistiti.
La corona con le dodici piume d'aquila posta dai Pawnees sulla testa della giovane
sacrificata al sole o a Venere.
Dodici le vie del mare aperte da Dio secondo le storie Quichè.
Dodici le trecce che cadono dal turbante delle statue di Tiahuanaco, rappresentanti
le dodici divisioni sacre (tribù) del dio del sole.
Dodici le tribù di Israele, dove mille anni prima di Cristo si portava
il turbante.
In questa terra si sognava di un padre di tutte le cose che si chiamava Mot
e veniva rappresentatodall'uovo cosmico (Brahama). Quel Mot nemico di Baal-Adad.
E a Tiahuanaco migliaia di anni prima, esisteva un "padre di tutte le cose"
rappresentato dall'uovo cosmico, di nome Mut (Mout). Intorno al Dio dalle quattro
dita, raffigurato sulla porte del sole a Tiahuanaco, considerato il signore
del tuono e del fulmine, adorato anche in Amazzonia, vi sono: Lliphi-Lliphi
esperto in razzi e esplosivi; Chijchi guardiano delle munizioni; Akarapi padrone
del freddo, Ritti dea delle nevi; Nina guardiana del sacro fuoco del fulmine,
Pinchinquilla dio dei Vulcani, Waira dio degli Uragani; Yallpa Karkati lo spirito
dei terremoti e Keko dio dei campi. Con Pacha Mama, la Dea Madre, fanno dodici
divinità.
Dodici le ore del giorno e dodici quelle della notte, il che ci porta al ventiquattro
ricorrente nelle dottrine giudaiche e armoricane come ricorda M.Homet.