INTERVISTA: ALDO STELLA E DIEGO ANTOLINI – “L’ISOLA FELICE” E L’ENIGMA DELL’INCONSCIO
Diego Antolini
11/03/2016 17:11:08
A qualche settimana dalla presentazione ufficiale del
libro “L’ISOLA FELICE”, scritto in modo molto originale dal filosofo e psicologo
Prof. Aldo Stella e dall’attore/scrittore Diego Antolini, cresce l’interesse
verso un esperimento di Narrativa Contemporanea che potrebbe aprire un vero e
proprio sub-genere.
L’opera e’ infatti strutturata in due parti separate ma che seguono lo stesso
filo concettuale: ogni paragrafo prevede una parte narrativa (D. Antolini) e una
parte tecnico-filosofica (A. Stella) che si compenetrano e si risolvono una
nell’altra a vari livelli di comprensione.
Il tema del libro “L’Intenzione di Verita’ che anima la Coscienza”, ma
soprattutto la storia che coinvolge il personaggio di David, ha offerto lo
spunto per questa intervista, in esclusiva per THEXPLAN.NET
1) LA
STORIA DI DAVID, CHE SI RISVEGLIA IN UN’ISOLA AL DI FUORI DEL TEMPO E DELLO
SPAZIO, NASCONDE IL CLASSICO DISAGIO ALIENANTE COSI’ DIFFUSO NELLA SOCIETA’ DI
OGGI O C’E’ DELL’ALTRO?
D.A.: C’e’ molto altro. E’ vero che il
mondo in cui David vive la sua realta’ fisica non gli e’ congeniale e lo porta a
un progressivo ‘isolamento’ che poi diviene la sua isola. Ma la storia poi
evolve in una direzione ancora piu’ complessa: la relazione coscienza-macchina
attorno alla quale ruota tutto il contesto apre ad una doppia prospettiva: puo’
la coscienza creare o, meglio, trovare l’isola oppure e’ necessario l’aiuto di
uno strumento tecnologico che amplifichi le nostre percezioni e faccia compiere
il salto “quantico” verso una diversa dimensione spazio-temporale?
2) I SETTE CAVALIERI,
LA BESTIA, L’ESPERIENZA ALL’INTERNO DELLA MONTAGNA: SIMBOLI CHE VANNO OLTRE LA
SEMPLICE NARRATIVA
D.A.: Quando si affrontano temi come la
multidimensionalita’, le realta’ parallele e il potere dell’Inconscio si deve
per forza di cose attingere all’essenza piu’ ancestrale della nostra umanita’,
che sono gli archetipi. La simbologia esoterica utilizzata dalle scuole
misteriche per migliaia di anni e’ talmente compenetrata nel tessuto della
nostra realta’ sociale che ignorarla significherebbe svuotare la vita stessa di
ogni significato. La diffusa ignoranza del mondo attuale per tale simboli e’
purtroppo una delle cause principali per la perdita dell’identita’ dell’Uomo.
Anche questo aspetto, in modo piu’ o meno velato, e’ presente nella storia.
3) L’INTENZIONE DI
VERITA’ E’ UN CONCETTO TEORETICO O PUO’ ESSERE APPLICATO ALLA REALTA’ SOCIALE DI
OGGI?
A.S.: Si tratta di un concetto teoretico,
che però può venire applicato alla vita dell’uomo nel suo complesso. L’uomo,
infatti, anche se non ne è consapevole, tuttavia ricerca sempre come stanno
veramente le cose. Anche per compiere un’azione, egli deve sapere quale è il vero contesto
nel quale quella azione si inscrive e, inoltre, deve cercare di compierla onde
raggiungere veramente l’obiettivo che si è prefissato. Quindi, anche se
il suo obiettivo non è la verità come tale, poiché egli cerca veramente di
raggiungere l’obiettivo prefissato, il suo comportamento è comunque animato
dall’intentio veritatis. Prendiamo un caso estremo: chi dicesse che non
ha affatto a cuore la verità, non di meno porrebbe una affermazione che egli
considera vera, cioè sarebbe un’affermazione che si pone in virtù dell’intentio
veritatis.
4) Il “RITORNO NEL
MONDO” DI DAVID DESCRIVE UNO SCENARIO FUTURISTICO NEI DESERTI DELL’ASIA
CENTRALE. E’ UNA COLLOCAZIONE CASUALE?
D.A.: Non e’ casuale. In moltissime
leggende di ogni tempo e religione si parla dell’Asia Centrale come del rifugio
scelto dai sopravvissuti di una razza di “Illuminati”, forse i nostri antenati o
forse a noi completamente alieni, in seguito all’ultima delle catastrofi
periodiche che sconvolgono la Terra. Le leggende di Agharta, Shamballah, del Re
del Mondo di Guenon, e dei 7 Saggi potrebbero essere frammenti di un messaggio
lasciatoci con uno scopo preciso. Indicare l’Omphalos della Terra dal quale
l’inizio di ogni ciclo evolutivo-spirituale potrebbe ripartire. Anche qui
possiamo parlare di un fortissimo messaggio archetipico.
5) CHE RUOLO HA L’EGO
NELL’APERTURA DELLA COSCIENZA VERSO LA VERITA’?
A.S.: L’ego è l’ostacolo: ci porta a
pensare che noi possediamo già la verità e, quindi, non dobbiamo cercarla. Solo
chi “sa di non sapere”, come ci ha insegnato Socrate, si mette consapevolmente
in cerca della verità. Il dialogo, infatti, sorge perché ciascun dialogante in-tende ricercare
la verità perché nonpre-tende di possederla. Di contro, l’ego ci induce a
coltivare sogni onnipotenti, che ci portano a pensare che noi possediamo la
verità e, quindi, non occorre che la cerchiamo. E chi pensa di possedere la
verità non soltanto smette di cercarla, ma inoltre pretende di imporla agli
altri e diventa violento. La vera democrazia si fonda sul “so di non sapere” e
sull’intentio veritatis, che ci induce a riconoscere che la verità
autentica, la verità oggettiva, è un ideale cui tendere, mai una certezza
raggiunta. Le certezze sono dell’ego; la verità è oggettiva. Ma, proprio perché
la verità è oggettiva, nessuno può avere la pretesa di possederla. Il suo
compito è cercarla. Infine, poiché ciò che viene cercato, cioè la verità
oggettiva, non si risolve mai in ciò che viene trovato, le certezze soggettive,
la ricerca permane inesauribile.