La "cura" del Piano-K (I)
Virus e Finanza #8
Diego Antolini
17/10/2020 21:48:25
Per
capire la portata degli eventi che stanno caratterizzando il 2020 e
per tentare di anticipare lo scenario dell’immediato futuro del
mondo, è mia profonda convinzione che un’analisi dei movimenti
migratori dalle nazioni al di sotto del quarantesimo parallelo verso
l’Europa sia fondamentale.
La questione dell’immigrazione di
massa è iniziata con le crisi dei paesi nordafricani, in particolare
la con la guerra civile in Siria (dal 2010 tutt’ora in corso) e con
la caduta del regime di Gheddafi in Libia (2011, poi 2014 con la
seconda guerra civile tutt’ora in corso). Gli attacchi da parte dei
paesi NATO a questi due paesi hanno innescato una reazione a catena
che ha portato al collasso del sistema Europa, dividendo l’opinione
pubblica e indebolendo la struttura, in verità piuttosto fragile, su
cui gli Stati membri poggiavano. Non è un caso che la percentuale
dei cittadini dell’Unione che pensano che questo “esperimento
multiculturale” sia un fallimento sia in continuo aumento.
Il
fatto che da Brussels continuino ad uscire risoluzioni e
dichiarazioni ambigue che sostengono l’immigrazione di massa dietro
al paravento degli “aiuti umanitari” ha solo alimentato i
sospetti che dietro ci siano interessi personali dell’élite
politico-finanziaria che di umanitario hanno molto poco. Il paravento
è crollato prima con gli scandali delle NGO, che nel 2016-2017 sono
risultate essere parte di un piano di collusione con i trafficanti di
uomini per portare i migranti in Europa su scala industriale (più di
500000 immigrati in Europa dal nord Africa nel biennio 2014-2016) e
poi, con l’esplosione della “pandemia”, si è completamente
polverizzato.
Attualmente si assiste a manovre politiche
che usano da un lato le misure restrittive del Covid-19 per impedire
l’accesso dei migranti in Europa, dall’altro si tenta goffamente
di mantenere aperti i canali di accoglienza visto che il “virus”
non sembra aver minimamente scoraggiato chi dal flusso migratorio può
trarre profitto. La domanda tuttavia rimane, oggi sempre più
pressante anche se il terrore del virus ha offuscato le menti di
molti che, distratti dalla paura della morte e senza più certezze,
galleggiano in un limbo asettico decorato da mascherine, guanti in
lattice e isolamento. Chi segue questa via, o ne fa addirittura un
trend, non solo caracolla sulla strada illusoria della salvezza, ma
perde progressivamente contatto con una realtà nuova che si sta
creando.
La domanda, dicevo, per chi ancora se la pone, è:
quali sono gli interessi nascosti dell’élite
Europea a sostenere in un modo che rasenta il fanatismo
l’immigrazione di massa da Africa e Medio Oriente?
Una
possibile risposta è nel “Piano Kalergi”, che in realtà era una
precisa visione sociologica e politico-economica dell’Europa del
futuro da parte di una ristretta cerchia di nobili raccolti attorno
alla figura del Conte Richard von Coudenhove-Kalergi. Kalergi è
considerato il fondatore del concetto di Unione Europea e una figura
chiave della sua attuazione. Nonostante ciò, egli viene
sistematicamente tenuto lontano dal grande pubblico. Perchè i leader
europei dovrebbero vergognarsi di Kalergi?
Richard von
Coudenhove-Kalergi è stato uno dei primi proponenti
dell’integrazione europea e il fondatore dell’Unione Paneuropea.
E’ considerato il padre ideologico dell’Unione Europea ed è
dietro suo suggerimento che l’Ode
alla Gioia
della 9a
Sinfonia di Ludwig van Beethoven divenne l’inno dell’Europa. Egli
lavorò inoltre con coloro che hanno disegnato la bandiera europea.
Ma la sua influenza va ben oltre a inni e bandiere e ben più in
profondità che al mero livello ideologico. Con il suo lavoro
incessante e ben pianificato Kalergi pose le fondamenta dell’Unione
Europea in ogni suo aspetto, sostenendo innanzitutto l’unificazione
degli stati europei in un’unica entità, la Paneuropa.