Sanificazione digitale II
Virus e Finanza #6
Diego Antolini
10/07/2020 08:29:21
Mentre la rivoluzione digitale è un fenomeno
globale, il ritmo di adattamento e le reazioni dei governi alla
stesso non procedono necessariamente in sincrono. E’ accaduto per
l’adozione della tecnologia Smart, è accaduto per l’industria
4.0 e accadrà sia per l’Intelligenza Artificiale che per
l’implementazione del 5G, una tecnologia che fino allo scoppio
della “pandemia” era visto come catastrofica, mortale e da
combattere per vari motivi, soprattutto politici. Basti infatti
ricordare come un ex dirigente di spicco di Google e oggi impiegato
alla difesa USA abbia rivelato che la guerra che gli USA hanno
giurato contro il gigante tecnologico cinese Huawei non è tanto
basato sulle accuse di spionaggio tecnologico da parte del governo
cinese (che utilizzerebbe gli apparecchi e il network Huawei per
raccogliere informazioni sensibili sui paesi dell’Occidente),
accuse che, fatte da quella che dovrebbe essere la nazione più
potente del mondo, fanno quantomeno sorridere; ma, piuttosto, dal
fatto che un’azienda cinese possieda una tecnologia superiore a
quella americana, e le risorse per implementarla a livello globale
senza il sostegno di Washington.
Sempre sul piano digitale
la Cina ha anche stabilito un altro primato: l’adozione della
valuta virtuale ormai in atto da qualche anno, sta di fatto
minacciando il sistema bancario internazionale che si basa sulla
centralizzazione delle banche e sul dollaro americano. Entrambi i
fattori potrebbero saltare senza che i colossi finanziari occidentali
possano impedirlo.
Adesso che la panfobia ha trovato il
suo sfogo sul piano sanitario, il 5G e la finanza sembrano essere
passati in secondo piano, ma non è così. Fa comodo a molti che sia
così, perché il castello di carte su cui una ristretta cerchia di
individui si è sistemata sta vacillando, incrinata da più parti che
nemmeno i loro sforzi congiunti riusciranno a ripristinare.
In
questo momento così delicato serve esclusivamente una cooperazione
tra stati che possa bilanciare l’inarrestabile penetrazione della
tecnologia con una progressiva e prioritaria educazione della
popolazione alla comprensione e all’uso della stessa. Educazione e
competizione che possano costruire un nuovo, solido piedistallo per
le generazioni future che oggi subiscono, senza capire, i deliri di
leader disorientati, incompetenti o completamente corrotti. Ma la
conoscenza rende l’uomo consapevole e se si conosce non si ha
paura. Senza la paura che paralizza, tutta la farsa e la scenografia
create a tavolino cessano di avere importanza e semplicemente
svaniscono, lasciando ad ogni individuo la responsabilità di
ripartire in modo produttivo e positivo.
Anche senza il
“Circo Corona” come lo ho definito in uno dei miei video, i segnali per un
massiccio e totale reset
dell’economia globale era nell’aria sin dalla crisi del 2008,
mascherata nell’ultimo decennio dal tentativo di automatizzare e
digitalizzare prodotti e servizi il più possibile, ma dimenticando
l’economia reale che in tutto questo processo non poteva sostenere
una tale pressione finanziaria. Lo ha accennato l’economista
Nouriel Roubani quando ha scritto che l’improvviso shock della
“pandemia” di Coronavirus ha accelerato un collasso economico che
sarà più grave di quello del 2008 e della Grande Depressione degli
anni ‘30.
Non basta che le banche centrali attuino una
strategia di QE (Quantitative Easing),
cioè di incrementare il gettito monetario acquistando bond
e altre security,
così da abbassare il costo della moneta, l’esatta dinamica di ogni
prodotto immesso sul mercato. Non basta perché il COVID ha
terrorizzato anche i mercati, ingolfando molte industrie e bloccando
investimenti di capitale che ha portato danni sia in liquidità che
in solvenza e, quindi, l’impatto sull’occupazione (e,
logicamente, sui consumi) provocherà un collasso in tutti i paesi
industrializzati.
Quello cui
stiamo assistendo in questi mesi è una riconfigurazione completa
dell’ordine economico globale (GEO – Global
Economic Order) che potrebbe portare
addirittura alla trasformazione della nostra attuale civiltà. Le
novità di cui già si parla sono un reddito universale di base (UBI
– Universal Basic Income)
e l’aumento consistente di infrastrutture ad elevata produzione
automatica. In altri termini, l’introduzione massiccia
dell’Intelligenza Artificiale.
Come altre volte in
passato, la combinazione tra crisi sanitaria ed economica provocherà
una nuova era e un nuovo ordine globale in cui le società
supereranno la dipendenza dal carbone fossile, utilizzeranno sempre
più l’energia elettromagnetica, di cui avevo già parlato in un
articolo del 2018, per attestarci su un nuovo “rinascimento
digitale”.
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