Sanificazione digitale I

Virus e Finanza #6

Con l’avvento della tecnologia Smart e l’esplosione dei Social Media, due elementi interdipendenti che rappresentano il simbolo della società attuale, la percezione della realtà è cambiata radicalmente rispetto anche solo a pochi anni prima. In particolare la gestione del tempo, l’idea di “socializzazione”, la consapevolezza di avere il mondo in una mano senza praticamente spostarsi, oppure di viaggiare in funzione della creazione di contenuti digitali che possano raggiungere il proprio ambiente locale.

Questo interscambio tra tempo e spazio velocizzato, allargato orizzontalmente ma ridotto verticalmente ha creato una generazione di utenti che cercano nella spettacolarizzazione dell’esperienza consensi, “clicks & hits”, sentendosi appagati non tanto dall’acquisizione di conoscenza, quanto dall’approvazione – di riflesso – della rete.

Sul piano economico le piattaforme digitali hanno rimodellato le relazioni tra clienti, lavoratori e datori di lavoro in un contesto dove praticamente ogni cosa può essere eseguita online. La tecnologia digitale è una delle rare tecnologie in grado di trasformare continuamente se stessa, reinventarsi nelle diverse industrie e settori, come lo erano state il motore a vapore, il generatore elettrico e la carta stampata.

Rivoluzioni tecnologiche “per scopi generici”, come vengono definite dagli analisti di mercato, sono anche estremamente dirompenti per via della loro elevata flessibilità e pervasività. La questione diventa quindi non tanto l’adozione della tecnologia quanto l’adattamento alla stessa. E se non si ha una conoscenza precisa dello strumento, l’adattamento avviene in modo passivo. Subire la tecnologia rende l’individuo erroneamente convinto di un potere che non possiede e questa illusione aumenta la sua vulnerabilità verso chi, invece, la tecnologia la conosce e sa come utilizzarla.

E non è un caso che un componente fondamentale di una tecnologia dirompente è che essa debba essere adottata in modo esteso prima che la società si adatti ad essa. Quindi l’uso passivo e inconsapevole della stessa è necessario per fa sì che la società la accetti – sulla base del potere illusorio di cui sopra – e si ristrutturi in funzione di essa. Questo meccanismo, come è ovvio, non significa automaticamente che la società si evolva e migliori, ma più spesso che venga rimodellata su un appiattimento intellettuale e culturale che lasci sempre più incombenze e responsabilità alla tecnologia accettata. E’ il paradosso della digitalizzazione, che espande la realtà sul piano virtuale ma la restringe in modo esponenziale sul piano fisico.

Nonostante questo la tecnologia digitale è in continua espansione e non solo ha trasformato il campo de lavoro e delle competenze, ma è anche penetrata nelle industrie delle vendite al consumo e delle pubblicazioni. La tecnologia del IoT (Internet of Things) ha rivoluzionato soprattutto i trasporti e la cosiddetta “Industria 4.0”, mentre la cryptocurrency o valuta virtuale, già adottate in Cina e molto usate anche in Corea e Giappone, stanno prepotentemente incrinando il sistema bancario tradizionale tanto da allarmare addirittura la Federal Bank e l’egemonia del dollaro sui mercati internazionali.
Il sistema digitale su cui si basa la valuta virtuale, cioè il
Blockchain, è attualmente uno dei cavalli di battaglia di chi è convinto nell’integrità finanziaria, nell’efficienza e nell’innovazione, mentre a mio avviso è solo l’ennesima dimostrazione del livello di ignoranza in materia tecnologica che ha la maggior parte delle persone, che non riesce a vedere come, ad esempio, transazioni anonime tecnicamente inattaccabili facilitano enormemente attività illegali come quelle dei black markets, cioè droghe, armi, traffico di organi e composti chimici tossici. Questi ultimi possono essere usati come armi batteriologiche e transitare virtualmente da una nazione all’altra senza la possibilità di essere tracciate. Se, ad esempio, un virus venisse trasferito da un paese occidentale ad uno orientale, sarebbe molto complicato per entrambi i governi ricostruire una tale transazione effettuata con moneta virtuale.

Nonostante Google lo scorso settembre 2019 abbia dichiarato di aver raggiunto la “supremazia quantica”, cioè di aver dimostrato che un apparecchio quantico programmabile è in grado di risolvere problemi non risolvibili dai computer tradizionali, sfugge ai più il fatto che la tecnologia attuale si poggia ancora sulle “scoperte” degli anni ‘50 e ‘60, e che a distanza di mezzo secolo molti aspetti di essa sono tutt’ora incompresi, nel senso che se ne conosce il funzionamento meccanico ma non quello logico.
Un altro effetto dirompente della tecnologia digitale è quello di spingere la scienza a gonfiare la teoria per nascondere tutti i limiti delle applicazioni pratiche.

Questa “inflazione” concettuale ha peraltro delle conseguenze sul piano reale poiché crea una società con aspettative diverse da quello che il mercato può offrire e quindi aumenta la distanza tra aspettative e risultati. Al crescere delle prime, sembrano allontanarsi i secondi. Se non si conosce la ragione a monte di questa relazione, la mente si frammenta e la personalità si isola. Ma l’essere sempre esposti dall’occhio onnipresente di Internet spinge a dover apparire sempre al meglio, senza difetti. E così rabbia e depressione prendono il sopravvento.

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