Sanificazione digitale I
Virus e Finanza #6
Diego Antolini
29/06/2020 12:02:28
Con l’avvento della tecnologia Smart
e l’esplosione dei Social Media,
due elementi interdipendenti che rappresentano il simbolo della
società attuale, la percezione della realtà è cambiata
radicalmente rispetto anche solo a pochi anni prima. In particolare
la gestione del tempo, l’idea di “socializzazione”, la
consapevolezza di avere il mondo in una mano senza praticamente
spostarsi, oppure di viaggiare in funzione della creazione di
contenuti digitali che possano raggiungere il proprio ambiente
locale.
Questo interscambio tra tempo e spazio
velocizzato, allargato orizzontalmente ma ridotto verticalmente ha
creato una generazione di utenti che cercano nella
spettacolarizzazione dell’esperienza consensi, “clicks
& hits”, sentendosi appagati non
tanto dall’acquisizione di conoscenza, quanto dall’approvazione –
di riflesso – della rete.
Sul piano economico le piattaforme digitali hanno rimodellato le
relazioni tra clienti, lavoratori e datori di lavoro in un contesto
dove praticamente ogni cosa può essere eseguita online. La
tecnologia digitale è una delle rare tecnologie in grado di
trasformare continuamente se stessa, reinventarsi nelle diverse
industrie e settori, come lo erano state il motore a vapore, il
generatore elettrico e la carta stampata.
Rivoluzioni tecnologiche “per scopi generici”, come vengono
definite dagli analisti di mercato, sono anche estremamente
dirompenti per via della loro elevata flessibilità e pervasività.
La questione diventa quindi non tanto l’adozione della tecnologia
quanto l’adattamento alla stessa. E se non si ha una conoscenza
precisa dello strumento, l’adattamento avviene in modo passivo.
Subire la tecnologia rende l’individuo erroneamente convinto di un
potere che non possiede e questa illusione aumenta la sua
vulnerabilità verso chi, invece, la tecnologia la conosce e sa come
utilizzarla.
E non è un caso che un componente fondamentale di una tecnologia
dirompente è che essa debba essere adottata in modo esteso prima che
la società si adatti ad essa. Quindi l’uso passivo e inconsapevole
della stessa è necessario per fa sì che la società la accetti –
sulla base del potere illusorio di cui sopra – e si ristrutturi in
funzione di essa. Questo meccanismo, come è ovvio, non significa
automaticamente che la società si evolva e migliori, ma più spesso
che venga rimodellata su un appiattimento intellettuale e culturale
che lasci sempre più incombenze e responsabilità alla tecnologia
accettata. E’ il paradosso della digitalizzazione, che espande la
realtà sul piano virtuale ma la restringe in modo esponenziale sul
piano fisico.
Nonostante questo
la tecnologia digitale è in continua espansione e non solo ha
trasformato il campo de lavoro e delle competenze, ma è anche
penetrata nelle industrie delle vendite al consumo e delle
pubblicazioni. La tecnologia del IoT (Internet
of Things) ha rivoluzionato soprattutto
i trasporti e la cosiddetta “Industria 4.0”, mentre la
cryptocurrency
o valuta virtuale, già adottate in Cina e molto usate anche in Corea
e Giappone, stanno prepotentemente incrinando il sistema bancario
tradizionale tanto da allarmare addirittura la Federal
Bank e l’egemonia del dollaro sui
mercati internazionali.
Il sistema digitale su cui si basa la
valuta virtuale, cioè il Blockchain,
è attualmente uno dei cavalli di battaglia di chi è convinto
nell’integrità finanziaria, nell’efficienza e nell’innovazione,
mentre a mio avviso è solo l’ennesima dimostrazione del livello di
ignoranza in materia tecnologica che ha la maggior parte delle
persone, che non riesce a vedere come, ad esempio, transazioni
anonime tecnicamente inattaccabili facilitano enormemente attività
illegali come quelle dei black markets,
cioè droghe, armi, traffico di organi e composti chimici tossici.
Questi ultimi possono essere usati come armi batteriologiche e
transitare virtualmente da una nazione all’altra senza la
possibilità di essere tracciate. Se, ad esempio, un virus venisse
trasferito da un paese occidentale ad uno orientale, sarebbe molto
complicato per entrambi i governi ricostruire una tale transazione
effettuata con moneta virtuale.
Nonostante Google lo
scorso settembre 2019 abbia dichiarato di aver raggiunto la
“supremazia quantica”, cioè di aver dimostrato che un
apparecchio quantico programmabile è in grado di risolvere problemi
non risolvibili dai computer tradizionali, sfugge ai più il fatto
che la tecnologia attuale si poggia ancora sulle “scoperte” degli
anni ‘50 e ‘60, e che a distanza di mezzo secolo molti aspetti di
essa sono tutt’ora incompresi, nel senso che se ne conosce il
funzionamento meccanico ma non quello logico.
Un altro effetto
dirompente della tecnologia digitale è quello di spingere la scienza
a gonfiare la teoria per nascondere tutti i limiti delle applicazioni
pratiche.
Questa “inflazione” concettuale ha peraltro
delle conseguenze sul piano reale poiché crea una società con
aspettative diverse da quello che il mercato può offrire e quindi
aumenta la distanza tra aspettative e risultati. Al crescere delle
prime, sembrano allontanarsi i secondi. Se non si conosce la ragione
a monte di questa relazione, la mente si frammenta e la personalità
si isola. Ma l’essere sempre esposti dall’occhio onnipresente di
Internet spinge a dover apparire sempre al meglio, senza difetti. E
così rabbia e depressione prendono il sopravvento.