Strategie di Terrore
Virus e Finanza #5
Diego Antolini
31/05/2020 00:27:33
Se qualcuno dovesse ancora sorprendersi del fatto che gli Stati Uniti
d’America hanno una lunga e sordida storia nel sostegno ai vari
gruppi terroristici sparsi per il mondo, è perché oggi si guarda
molto la TV e si legge molto poco la storia.
La CIA è stata la prima agenzia ad allearsi con
gli estremisti islamici durante la Guerra Fredda. A quel tempo
l’America vedeva il mondo in termini molto semplici: da un lato
l’Unione Sovietica e il nazionalismo del Terzo Mondo, che veniva
considerato uno
strumento dell’URSS; dall’altro le nazioni occidentali e i
militanti islamici, che gli USA avevano
come alleato
nella lotta contro il comunismo sovietico.
Il direttore della National
Security Agency al tempo di Ronald
Reagan, il generale William Odom recentemente ha sottolineato che:
“Gli Stati Uniti hanno usato il terrorismo in
ogni modo. Nel 1978-79 il Senato aveva tentato di passare una legge
contro il terrorismo internazionale – ma per ogni versione che
veniva presentata gli avvocati dicevano che gli USA sarebbero stati
in violazione”.
Negli anni ‘70 la CIA usò la Muslim
Brotherhood (Fratellanza Musulmana) in
Egitto come uno scudo sia per bloccare l’espansione sovietica che
per frenare la
penetrazione dell’ideologia marxista tra gli arabi. Gli Stati Uniti
hanno anche sostenuto apertamente il Sarekat
islamico contro il partito di Sukarno in Indonesia, e finanziato il
gruppo terrorista Jamaat-e-Islam
contro Zulfiqar Ali Bhutto in Pakistan. E poi è stata la volta di Al
Qaeda.
Tanto per non dimenticare, Osama Bin Laden è
stato “creato” dalla CIA e il suo gruppo finanziato
massicciamente
negli anni ‘80. L’ex segretario degli esteri Robin Cook disse
alla Casa dei Comuni britannica che Al
Qaeda era senza ombra di dubbio un
prodotto delle agenzie di Intelligence occidentali. Cook spiegò che
Al Qaeda,
abbreviazione di “Database” in lingua araba, era in origine il
database informatico dei migliaia di estremisti islamici addestrati
dalla CIA e finanziati dai sauditi per sconfiggere l’occupazione
russa in Afghanistan.
Il rapporto tra USA e
Al Qaeda è sempre stato di amore-odio,
a seconda se questa o quella cellula terroristica eseguiva azioni che
favorivano gli interessi americani o meno. Anche se ufficialmente
l’indirizzo di politica internazionale USA si oppone all’estremismo
islamico, in realtà questo viene spesso
usato come strumento
di politica estera.
L’ISIS, l’ultimo della lista in ordine
di apparizione, è stato il classico esempio delle manovre oscure
delle forze filo-americane.
L’invasione e l’occupazione dell’Iraq nel
2003 (vedi articolo
Conflitti
Endemici) ha creato le condizioni
per la radicalizzazione dei gruppi sunniti. Gli americani, abbastanza
goffamente, hanno distrutto il secolare meccanismo di stato di Saddam
Hussein sostituendolo con un’amministrazione prevalentemente
sciita.
Di conseguenza la disoccupazione nelle aree
sunnite è cresciuta esponenzialmente, anche grazie all’introduzione
forzata del libero mercato in un sistema che
era da sempre socialista, e
invece di portare competitività e redistribuzione del reddito ha
spogliato di tutti i loro averi la classe media sunnita. Detto
in altri termini, più che promuovere
integrazione e unità religiosa, la politica americana in Iraq ha
estremizzato le divisioni settarie e creato le condizioni per la
nascita di Al Qaeda
tra l’etnia sunnita.
Lo Stato Islamico di Iraq e Siria o ISIS non è
altro che un nuovo nome dato ad Al Qaeda
dopo il 2010, quando il focus
della militanza estremista si è spostato sulla Siria. In Siria vi
sono almeno tre guerre combattute simultaneamente: una tra il governo
e i ribelli (quella più pubblicizzata da governi e media e, proprio
per questo, la meno importante); una seconda tra Iran e Arabia
Saudita, e una terza tra USA e Russia. E’ a causa di quest’ultima
che Washington ha deciso di armare i ribelli, dato che Bashar
al-Assad, presidente siriano, è un alleato di Mosca.
Anche se adesso, a causa della farsa della
“pandemia” da Coronavirus, molti scenari stanno cambiando, la
politica americana in Medio Oriente rimane sempre incentrata su
petrolio e Israele. Mentre la guerra in Iraq ha parzialmente
soddisfatto il primo punto, il secondo rimane ancora un obiettivo in
itinere: proteggere Israele togliendo
agli alleati degli Hezbollah (Libano) e Hamas (Palestina) il sostegno
di Siria e Iran.
Ed è questa la chiave di lettura della creazione
e del finanziamento di Al Qaeda-ISIS:
esercitare una pressione continua sull’Iran. Anche il conflitto
siriano è solo un ponte di passaggio verso l’assalto all’ex
Impero di Persia. Gli USA hanno usato l’ISIS in tre modi:
1. Per attaccare i propri nemici in medio oriente
(in modo da non gettare apertamente la responsabilità sulla politica
“ufficiale” americana;
2. Come pretesto per inviare truppe americane sul territorio;
3. Come Effetto Babel
(vedi articolo) anche nei confini nazionali, fomentando la paura
negli americani di attacchi terroristici tipo 11 settembre, così da
fargli accettare misure di sorveglianza e controllo sempre più
invasive