X-ZONE/X-plan
La Lunga Marcia
Virus e Finanza #1
Diego Antolini
26/05/2020 17:55:38
Quando il
muro che ha diviso per anni il blocco occidentale da quello sovietico
cadde, crollò con esso anche l’utopia comunista di un mondo
socialmente egualitario e politicamente totalitario. Con il muro
caddero anche le barriere economiche grazie all’avvento della
“Globalizzazione”, un termine dagli infiniti significati ma che è
sempre stato promosso come la via della “libertà” economica.
Certamente
in quel periodo la gente aveva bisogno di sentirsi libera dopo
l’oppressione sovietica e la pressione di una Guerra Fredda che
aveva tenuto ogni nazione nella morsa della paura di un nuovo
conflitto mondiale. È dalla paura che è nata l’accettazione quasi
unanime di abbattere le barriere tradizionali nel commercio dei beni.
Il WTO (World Trade Organization),
nato in quegli anni, era uno dei promotori del cambio di rotta, di un
mondo “globale” dove beni e servizi potessero circolare senza
restrizioni. Un principio utopico come quello che nell’Ottocento –
a firma Marx e Engels - aveva acceso la scintilla della rivoluzione
tra il proletariato d’Europa.
Era solo ovvio che la
globalizzazione dovesse essere guidata dalla nazione che più di
tutte si era creata un’immagine vittoriosa ed eroica negli anni
precedenti, gli Stati Uniti d’America. La globalizzazione è stata
quindi implementata a immagine e somiglianza dell’ultra-capitalismo
anglosassone, la cui egemonia è durata più o meno fino all’ingresso
della Cina nel WTO (2001) che si è posizionata come il polo
produttivo mondiale. Non a caso quello stesso anno ha visto la caduta
di due torri al WTC (World Trade
Center), che hanno segnato una nuova
svolta nella storia della geopolitica moderna. L’“attacco” alle
Torri Gemelle di New York è stato il pretesto per attivare la
reazione a catena dell’invasione degli Stati MENA(Middle
East North African countries) da parte
di Stati Uniti e alleati (Francia e Regno Unito in particolare), ma
anche per introdurre regole restrittive di controllo nei confronti
della popolazione.
Durante gli anni di punta del consenso sulla
globalizzazione economisti e politici non mostravano il minimo dubbio
sulla tenuta di un sistema globale di commercio libero e di mobilità
di beni e servizi senza limiti. Nel 1997, tuttavia, l’economista
Dani Rodrik pubblicò un libro dal titolo “Has
Globalization Gone Too Far?” (La
globalizzazione è andata troppo oltre?) proprio nel momento in cui
gli Stati Uniti stavano per entrare in una nuova stagione di
prosperità economica.
In questo
libro Rodrik elencava alcuni eventi che mostravano come il mercato
libero non sarebbe stato accettato da tutti negli anni successivi:
-
1995,
la Francia adotta delle misure di austerity fiscale per poter
entrare nell’Eurozona, causando proteste sindacali che non si
erano viste dal 1968;
-
1996,
a soli cinque anni dalla fine dell’URSS, un presidente comunista
conquista il 40% dei voti alle presidenziali;
-
1996,
a due anni dalla creazione del NAFTA (North
American Free Trade Agreement) un
nazionalista bianco, repubblicano e protezionista, che correva per
le primarie con il motto “America prima di tutto”, ottenne
risultati assolutamente positivi.