Il Kraken risorgerà
Chi abita le profondità degli oceani?
Diego Antolini
17/01/2020 21:37:54
Dai tempi
più remoti i marinai hanno raccontato di aver visto un
enorme mostro marino dai molti tentacoli emergere,
in certi giorni di tempesta, dagli insondabili
abissi
marini. Chiamavano quel mostro Kraken. I
navigatori conoscevano polpi e seppie, animali che vivevano
nell’oceano e che possedevano tentacoli. Tuttavia
il Kraken era considerato appartenere ad una diversa
specie perché era di gran lunga più grande di ogni
altro animale. A volte si pensava essere un polipo gigante, altre
volte un calamaro gigante. Ma per la maggior
parte dei case era semplicemente un mostro del mare, il Kraken.
Agli
albori delle scoperte scientifiche il mondo accademico liquidava i
racconti sul Kraken come ridicoli, rifiutandosi persino di studiare
le carcasse di queste creature quando, in rari casi, venivano gettate
sulle spiagge. Poi, ad un certo punto, le cose cambiarono.
Il
numero dei cadaveri di Kraken vennero trovate sulla terraferma in
periodi molto ravvicinati e la reazione dell’opinione pubblica
costrinse gli scienziati a focalizzarsi sul fenomeno.
Fu
stabilito che il Kraken era una specie reale e fu chiamato calamaro
gigante. Questo animale ad oggi rimane uno dei più sfuggenti tra i
grandi animali che popolano la Terra.
Per
anni gli studiosi hanno tentato di osservare il calamaro gigante nel
suo habitat ma hanno sempre fallito. Coloro che affermano di averlo
visto erano per lo più pescatori e marinai, le stesse persone che
non vengono credute quando raccontano di aver visto serpenti marini.
Gli scienziati spesero milioni di dollari in spedizioni di ricerca ma
non riuscirono mai a filmare un calamaro vivo. Tutte le informazioni
apprese provenivano dalle carcasse rinvenute sulle spiagge.
Nel
settembre del 2004 ci fu la svolta. Scienziati giapponese attirarono
un calamaro gigante con un’esca, riuscendo a scattare più di 500
fotografie prima che la creatura riuscisse a liberarsi lasciando agli
osservatori un tentacolo di cinque metri e mezzo attaccato all’esca.
La domanda
che ancora perseguita i ricercatori è a quali dimensioni il calamaro
gigante può arrivare. Le cicatrici trovate sulle balene sembrano far
pensare che esistano nelle profondità oceaniche calamari ben più
grandi di quelli fino ad ora raccolti sulle spiagge. E, ancora, vi è
una sola specie di questa creatura marina oppure ve ne sono diverse?
La specie
di calamari giganti che vive al di sotto del continente antartico è
chiamata Mesonychoteuthis Hamiltoni ed si crede essere molto più
grande di ogni calamaro gigante finora osservato. Finora sono stati
osservati soltanto i “piccoli” di questo animale, ma tanto è
bastato per assegnare al calamaro antartico il nome di “Calamaro
colossale”.
La parola
“Kraken” deriva dal norvegese “Krake”, che indica un animale
non sano, o qualcosa di contorto. In tedesco Krake al plurale e
Kraken al singolare significano piovra.
La saga
islandese Orvar-Oddr (XIII sec.) contiene l’episodio di un viaggio
verso Helluland (isola di Baffin) che porta i protagonisti attraverso
il mare della Groenlandia. Lì essi osservano due enormi mostri del
mare chiamati Hafgufa (nebbia del mare) e Lyngbakr (schiena d’Erica)
e il primo si crede essere un riferimento al Kraken.
Dopo
essere tornato dalla Groenlandia, l’anonimo autore del Konungs
Skuggsja o Storia Naturale dell’Antica Norvegia (1250 circa)
descrisse dettagliatamente le caratteristiche fisiche di queste due
creature, incluse le loro abitudini alimentari. Egli ipotizzò che vi
fossero solo due esemplari esistenti, muovendo dal fatto che gli
avvistamenti erano concentrati solo in quel punto del mare nordico.
Carl
Linnaeus classificò il Kraken come un cefalopode, assegnandogli il
nome scientifico di Microcosmus Marinus nel suo Systema Naturae
(1735). Nel suo ultimo lavoro (Fauna Suecica [1746]), invece, egli lo
chiama “Singulare monstrum” o mostro unico, che si dice viva nei
mari della Norvegia.