La Sindrome della Luna d'Argento III
Licantropia III
Diego Antolini
22/05/2018 23:40:20
LETTERATURA
La prima apparizione letteraria del Lupo
Mannaro si ha nel Satyricon di Petronio (I sec d.C.), con
l'episodio del versipelle (colui che cambia pelle), da cui poi
si svilupperà la figura lupesca minacciosa e sanguinaria che
conosciamo oggi.
Petronio
Il 'lupo cattivo' nel Cappuccetto
Rosso (1697) di Perrault è una figura-simbolo chiave in
questo senso: Secondo varie interpretazioni lo scrittore francese si
sarebbe ispirato ad una leggenda molto più cruenta e meno romantica
della versione per bambini data alle stampe.
In epoca moderna la prima opera sul Lupo
Mannaro si ritrova in un episodio del romanzo The Albigenses
(1824) di Charles Maturin (1782-1824). Quindici anni dopo un altro
romanzo, The Phantom Ship (1839) di Frederick Marryat
(1786-1848) affronta il medesimo tema in uno dei capitoli.
Charles Maturin
Sulla scia della fama conquistata dal
Vampiro di Polidori (vedi LETTERATURA in VAMPIRISMO II) anche il Lupo Mannaro conosce, intorno alla metà del
XIX sec., un certo successo letterario, anche se non paragonabile a
quello del suo 'cugino' succhiasangue. Il romanzo-fiume (settimanale)
Wagner the Wher-Wolf (1846-1847) di G.W.Reynolds fa conoscere
alla grande massa l'orrore dell' Uomo-Lupo.
Di Lupi Mannari si
occuparono quasi tutti gli autori più prolifici del genere Horror
(ma non solo): Alexandre Dumas con Il Signore dei Lupi (1856),
il duo Erckmann-Chatrian con Huges il Lupo (1876), Guy de
Maupassant con Il Lupo (1882). E poi, ancora, Prosper Merimeè
(Lokis, 1869), Rudyard Kipling (Il Marchio della Bestia,
1888), Algernon Blackwood (Lupo-Che-Corre, 1912), Howard
Phillip Lovecraft (Il Cane, 1923).
Nel 1923 l'avvento
della celebre rivista americana Weird Tales costituì un
importante banco di prova per moltissimi scrittori, che affrontarono
tutte le tematiche inerenti al bizzarro, e quindi, ovviamente, anche
alla licantropia.
la mitica rivista Weird Tales
Sulle pagine del periodico apparve tra
l'altro il ciclo del Lupo Mannaro di Ponkert, ispirato da
H.P.Lovecraft e scritto da Henry Warner Munn.
Tuttavia, il
racconto più famoso (tutt'oggi riconosciuto) sui Lupi Mannari vide
la luce su una rivista concorrente, Unknown. Il Figlio
della Notte (1948) di Jack Williamson ha il pregio di introdurre
e raccontare sotto un aspetto completamente nuovo la figura del Lupo
Mannaro, offrendo spunti di riflessione non solo orrorifici, ma anche
storici e psicologici.
Dopo la metà del secolo vanno ricordati
tra gli autori più famosi, i racconti di Ramsey Campbell (Ronda
di Notte, 1973), Whitley Strieber (Wolfen, 1978), Tanith
Lee (Lycanthia, 1981), Dennis Etchison (Il Succiacapre,
1982), Stephen King (Unico Indizio la Luna Piena, 1983), Clive
Barker (Crepuscolo alle Torri, 1985), Karl Edward Wagner (Una
Notte a Parigi, 1992), Graham Masterton (Tappeto, 1994).