DOCUMENTI
STORICI
"[l'invitato] chiese a Dracula come si
potesse mangiare in quelle condizioni, e il voivoda disse:<<Vi
da' fastidio?>> L'ospite annuì e allora, continuando a
mangiare, ordinò di impalarlo su una pertica più alta delle
altre. <<Lassù non sarete disturbato>> aggiunse".
(Vlad "Tepes" III Drakul)
Esistono dei risvolti storici, anche se non del tutto
attendibili, legati comunque a uomini sadici e sanguinari, o a
episodi riportati nelle cronache di guerra, o derivanti da tradizioni
orali locali.
Elementi caratteristici della trasformazione della
Lamia in vampiro possono essere rintracciati in un passo di
Flegone, liberto dell'imperatore Adriano che regnò dal 117 al 138
d.C.
Flegone racconta (in un frammento del suo "De
mirabilibus et longaevis libellus") la storia di Philinnio, figlia
di Demostrato e di Charito, morta in una città non meglio
identificata. A casa della giovane, morta da un po' di tempo,
capita un ragazzo di nome Machate. La nutrice di Philinnio lo
sorprende, una notte, a letto con Philinnio che appariva viva e in
salute, e corre dai genitori implorando loro di venire ad accogliere
la figlia, restituita da qualche dio benevolo. Nonostante all'inizio
la nutrice sia creduta pazza, Charito viene convinta a seguirla nella
stanza di Machate, dove scorge un'ombra che sembra essere
Philinnio.
Il mattino dopo, dietro le suppliche di Charito,
Machate confessa di aver passato la notte con una ragazza molto
seducente, la quale gli ha sussurrato di chiamarsi Philinnio
(Flegone, che asserisce di essere stato testimone diretto del fatto,
menziona il fatto che Machate non era stato messo al corrente della
recente scomparsa della giovane) Inoltre lei gli aveva raccomandato
di tenere segreti i loro incontri. Per confermare la sua storia,
Machate esibì un anello d'oro e un nastro della vestaglia di
Philinnio, oggetti entrambi donati dalla misteriosa ragazza. Appena
li vide, Charito quasi impazzì, riconoscendo in essi gli stessi
oggetti deposti nella tomba di Philinnio insieme con il corpo.
La notte seguente i genitori di Philinnio e Machate si
accordano per trovarsi tutti nella stanza del giovane, e quando
Philinnio appare, essi riconoscono in lei la figlia morta. L'incontro
si rivela negativo per la ragazza, che dopo aver pronunciato parole
di biasimo nei confronti dei genitori, per aver voluto vederla a
tutti i costi, cade senza vita sul pavimento, stavolta
definitivamente morta.
La storia si sparge per la città e si decide di
aprire la tomba: non vi si trova il cadavere, ma un anello e una
coppa che Machate le aveva regalato.
I magistrati della città concludono che una volta
sepolta, Philinnio - ritornata nella sua casa per tre volte per
incontrare Machate, e poi, una volta scoperta - definitivamente
morta.
Un profeta e veggente di nome Ryllus ordinò di
incenerire il corpo lontano dalla tomba, fuori delle mura della
città. Machate in seguito si uccise dalla disperazione per aver
perduto la sua amante.
Riferisce S.Gregorio di Tours (nella sua "Historia
Francorum" scritta nel 561 d.C.) che, al funerale della moglie
Scolastica, l'inconsolabile coniuge Ingiurioso, gentiluomo
d'Alvernia, ringraziò pubblicamente il Signore per avergli
affidato, sia pur per breve tempo, quel "tesoro di purezza" che
lui ora restituiva "intatto come l'aveva ricevuto". A tali
parole la defunta si rizzò di scatto nel sarcofago, dicendo
indispettita :<< Perchè, marito mio, disveli a tutti faccende
che dovrebbero riguardare noi due soli?>> Poi si riaccomodò
nella tomba, e si lasciò seppellire.
Ingiurioso morì il giorno dopo, e fu inumato insieme
con la consorte, in un cenotafio accanto a quello di lei. Al mattino
i guardiani del cimitero notarono del disordine fra i sepolcri: la
tomba del notabile era vuota, mentre in quella di Scolastica si
ritrovarono entrambi i corpi, abbracciati.
Dopo il fatto, avvenuto a Clermont nel 390 d.C., la
tomba di Scolastica venne indicata come "il letto degli amanti".
Intorno all'anno 1100 riferisce William di Newburgh
(nella "Historia Rerum Anglicarum") dell'esumazione in
Inghilterra di un Vampiro, e della conseguente cremazione per
impedirgli di nuocere.
Saxo Grammaticus, nel XIII sec., racconta nella "Danica
Historia" che, durante una pestilenza in Danimarca, si attribuì
la moria all'opera di un uomo assassinato il cui cadavere si
aggirava di notte nella campagna.
Il Vampiro venne esumato, decapitato, trafitto al cuore
con un palo; in seguito a ciò la peste si estinse.
Thomas Bartholin scrisse nel XVII sec a proposito di un
fatto avvenuto nel XII-XIII sec., riguardante un uomo chiamato Oluf
Arppe, che, prossimo alla morte, si era fatto promettere dalla moglie
di essere seppellito in piedi davanti alla porta della sua cucina,
per poter restare vicino alla sua casa. La moglie eseguì fedelmente
il volere del marito. Alcune settimane dopo la morte di Arppe, la sua
anima venne vista frequentemente apparire sotto forma di fantasma, in
grado di uccidere e tormentare gli uomini, tanto che presto il
villaggio divenne inabitabile.
Un contadino, certo Olao Pa, coraggiosamente riuscì a
trafiggere il corpo del Vampiro con una lancia, e il ferro appuntito
restò conficcato nel corpo dell'essere, che scomparve.
Il giorno dopo si aprì la tomba di Arppe, e si trovò
il corpo del morto intatto, ma con la punta della lancia conficcata
nella carne.
Il defunto venne estratto dal sepolcro, bruciato e le
sue ceneri gettate in mare. Le apparizioni del Vampiro cessarono.
Una leggenda citata da Goerres nel 1855 parla di un
vampiro chiamato Giure Grando, che infestò per lungo tempo il paese
di Coriddigo, in Istria.
Nel 1672 fu riesumato il suo corpo, sepolto sedici anni
prima. Il cadavere apparve sorridente, e fece alcuni movimenti; il
prete del villaggio alzò allora il crocifisso gridando:<<Guarda
il crocifisso, strigon, e cessa di tormentarci!>>
Dagli occhi del Vampiro spuntarono delle lacrime.
Alcuni cercarono di piantargli nel cuore un paletto di
biancospino, ma senza riuscirvi: il paletto rimbalzava sul corpo del
morto. Vennero recitate delle preghiere d'esorcismo e si tentò di
decapitarlo.
Quando il boia affondò la lama nella gola del
vampiro, egli lanciò un grido terribile, e la bara fu inondata di
sangue.
Nel settecento persino filosofi illuministi come
Voltaire e Rousseau si interessarono ai vampiri, si discuteva con
morboso interesse dell'epidemia di vampirismo che aveva colpito
l'Europa orientale.
Nel 1705 Jacob Hertz, maresciallo di Sassonia,
attraversando un villaggio si trovò a dormire in un albergo
infestato da spettri che succhiavano il sangue ai viaggiatori.
Ordinò allora al suo servitore di vegliare per metà
della notte, promettendogli di fare altrettanto per il resto della
notte. Alle due del mattino non era accaduto nulla; il servitore,
sentendo gli occhi pesanti, andò a svegliare il padrone, che però
non rispose. Credendolo assopito, egli lo scosse, ma inutilmente.
Spaventato, il servo andò a prendere un lume, alzò le lenzuola e
vide il maresciallo immerso nel proprio sangue, mentre un ragno
mostruoso stava attaccato alla sua mammella sinistra.
Il domestico corse a prendere delle molle, afferrò il
ragno e lo gettò nel fuoco. A fatica il maresciallo riprese i
sensi; da quel momento l'albergo fu libero dal Vampiro.
Michel Raufft parla nel suo libro del caso di Pietro
Plogojovits, accaduto nel 1725 a Kisilova, Ungheria. Dopo dieci
settimane dalla sua morte, egli ritornò di notte, apparendo ad
alcuni compaesani mentre dormivano, mordendoli alla gola. In
ventiquattr'ore morirono tutti. In otto giorni morirono altre nove
persone allo stesso modo, tanto che la vedova dello stesso
Plogojovits, a cui il defunto era apparso personalmente, abbandonò
la casa di kisilova e si trasferì altrove.
Il corpo di Plogojovits venne dissepolto, e lo si trovò
intatto, salvo la punta del naso che appariva un po' appassita e
disseccata. Sulla bocca si osservò del sangue fresco.
L'ufficiale imperiale e il parroco (che
accompagnavano i contadini di Kisilova) ordinarono che il corpo
venisse trafitto da un palo appuntito. Il sangue che fuoriuscì dal
cadavere quando l'operazione fu compiuta era la prova definitiva
che Plogojovits era il responsabile di tante morti nel villaggio.
Messo il cadavere su una catasta di legno, ne bruciarono il corpo.
Nel 1731 i vampiri attaccarono il villaggio di
Medvegia, in Serbia ("fecero morire parecchie persone
succhiando il loro sangue", relazione dell'ufficiale medico
Johannes Fluchinger)
"cinque anni fa un Heiduk [fanteria serba]
locale, Arnold Paole, si ruppe il collo cadendo da un carro. Lo
stesso Paole, in vita, aveva detto di essere stato morso da un
vampiro presso Gossowa, nella Turchia serba. Per liberarsi, aveva
mangiato terra presa dalla tomba del presunto vampiro.
Tuttavia una ventina di giorni dopo la sua morte,
alcune persone dissero che Paole era tornato, e quattro di loro
morirono.
I paesani disseppellirono Paole quaranta giorni dopo
la sepoltura e trovarono il suo corpo intatto.
Sangue fresco era colato da occhi, naso, orecchie,
bocca; camicia, sudario e bara erano pieni di sangue; le unghie delle
mani e dei piedi erano ricresciute.
Secondo l'usanza gli fu piantato un paletto nel
cuore. In quello stesso istante egli emise un gemito e un fiotto di
sangue schizzò fuori dal suo corpo. Il cadavere fu arso e ridotto
in cenere... e così anche per i quattro uccisi da Paole."
"Quindici giorni fa una ragazza di nome Stanacka
si svegliò a mezzanotte gridando di essere stata aggredita da un
certo Milloe, che era stato sepolto nove settimane prima" [relazione
dell'ufficiale medico Fluchinger]
Il 12 dicembre 1731 Fluchinger fu testimone diretto
dell'esumazione di un presunto vampiro. Constatò che la salma,
come altre nel cimitero, erano in perfetto stato di conservazione,
floride in volto e sporche di sangue fresco.
"le teste dei vampiri furono fatte tagliare a
degli zingari di passaggio e poi bruciate con i corpi. Le ceneri
furono gettate nel fiume Morava."
Le epidemie di vampirismo meglio documentate in epoca
moderna avvennero in Moravia (1662 e 1685), Istria nel 1672, in
Grecia nel 1701, nella Prussia orientale nel 1710 e 1721, in Ungheria
nel quinquennio 1725-30 e in Serbia dal 1725 al 1732 (tra cui il caso
Paole). Nuovamente in Prussia nel 1750, in Slesia nel 1755, in
Valacchia nel 1756, in Russia nel 1772
In tutti i casi si assistette ad esumazioni di cadaveri
in perfetto stato di conservazione e che, una volta sottoposti a
decapitazione e impalamento, emettevano grida e rigettavano fiotti di
sangue fresco.
L'islandese "Saga degli uomini di Eyr",
che tratta eventi svoltisi fra l'Ottocento e il Novecento, narra la
storia di Torolf Gambastorta, alla cui morte seguirono misteriosi
decessi di uomini e animali. Si udivano rumori strani, e talvolta
veniva avvistato il cadavere dello stesso Torolf.
Si riaprì allora la sua tomba e lo si trovò
perfettamente conservato, ma con un aspetto malefico.
Intorno al suo sepolcro venne allora eretta un'alta
palizzata per tenerlo confinato, ma dopo qualche tempo le uccisioni
ripresero. Riesumato nuovamente il corpo lo si trovò ancora
integro, e allora venne bruciato. Il Vampiro non comparve più.
Nel 1909 alcuni contadini diedero alle fiamme un
castello in Transilvania, perchè rifugio di un Vampiro che, a detta
di tutti, era responsabile della morte di bambini di un villaggio
vicino (notizia riportata dal Neues Wiener Journal dello stesso
anno).
La Magyar Memzet di Budapest del 5 Ottobre 1963
riferisce dl ritrovamento, nel corso di scavi archeologici nella
cittadina di Dunaujvaras, di un sarcofago che portava scolpito sulla
faccia superiore la figura di Cupido.
Esso conteneva un soldato romano morto e sepolto
milleseicento anni fa completamente intatto: polmoni, naso,
cartilagini perfettamente conservati; barba e capelli rossicci
presenti in quantitè improbabile; incisivi straordinariamente
lunghi.
Si sono viste connessioni del vampiro di Stoker con la
figura (storica) del principe Vlad Tepes (Vlad "l'impalatore"),
che visse e governò la Transilvania e la Slovacchia durante
l'avanzata dell'Islam nell'Europa Orientale e nei Balcani.
A proposito di questo personaggio storico, Vlad Tepes
III Dracula era figlio di Vlad Drakul, principe di Valacchia; nato
nel 1431 a Sighisoara (Transilvania), dominò dal 1456 al 1462 con
estrema crudeltà. La sua ossessione più morbosa era impalare la
gente. Faceva imbandire la tavola dove mangiava e intratteneva lunghe
conversazioni con ambasciatori e ministri in mezzo a un numero enorme
di uomini impalati, discutendo delle tecniche di impalatura che
utilizzava.
Egli torturava i prigionieri nei modi più atroci, e
nemmeno la sua morte liberò i rumeni dall'angoscia. Nel 1931,
infatti, la sua tomba (situata nella cappella del monastero di
Snagov, vicino Bucarest) venne riaperta, ma il cadavere decapitato di
Vlad Tepes era sparito, e al suo posto fu ritrovato lo scheletro di
un cavallo.
Vlad II Drakul
Vlad III era il secondogenito di Vlad II Drakul e della
principessa ungherese Cneajna. Vlad II Drakul era a sua volta
secondogenito del potente voivoda Mircea il Vecchio e della
principessa ungherese Mara, coinvolto nella serie di battaglie tese
alla conquista della Valacchia, minacciata dall'impero Ottomano ad
Est e dall'espansione del Sacro Romano Impero ad Ovest (di
quest'ultimo Mircea era vassallo, in qualità di signore dei
ducati transilvani di Amlas e Fagaras.
Nel 1386, Mircea fu nominato principe di Valacchia dal
consiglio dei boiari, e nel 1400 intervenne nelle lotte di
successione al trono della confinante Moldavia, e contribuì
all'ascesa al trono di Alessandro il Buono, rafforzando così
l'alleanza tra Moldavia e Valacchia.
Quattro anni dopo, tuttavia, il principe valacco estese
i suoi domini anche sulla Moldavia, portando così la Valacchia alla
massima espansione della sua storia.
Nel 1411 giura fedeltà a Sigismondo di Lussemburgo,
divenuto anche re di Germania e dei Romani, tradendolo alcuni anni
più tardi a causa della pressione della potenza turca. Per questo
viene privato di tutti i territori transilvani.
Morto Mircea il Vecchio, il consiglio dei boiari nomina
il primogenito legittimo Mihail I, che resterà in carica due soli
anni, cioè fino alla sua morte. Dopo una cruenta lotta per la
successione, Dan II cugino di Mihail I, riesce ad essere eletto.
Vlad II (che era stato offerto in ostaggio anni prima
dal padre a Sigismondo (come pegno per la riconquista delle sue
terre) cerca di fuggire dalla sua prigionia. Nel 1430 Sigismondo lo
nomina però capitano delle guardie di frontiera, con il compito di
controllare il principe Dan, e Vlad II si stabilisce a Sighisoara, al
confine con la Valacchia. Nel dicembre 1436 assume il potere,
spodestando il fratellastro Alexandru Aldea (che a sua volta aveva
spodestato Dan II).
Due anni dopo Vlad II Drakul, costretto a tradire il
giuramento di fedeltà fatto al Sacro Romano Impero a causa
dell'inarrestabile avanzata dell'impero turco, e si allea con il
sultano Murad II. Per non tradire però il giuramento fatto
all'Ordine del Drago (cioè di proteggere i cristiani), grazie
alla sua influenza sul sultano, Vlad II riuscirà a salvare la vita
ai cristiani transilvani.
Nel 1442 l'esercito turco invade la Transilvania
passando per la Valacchia, che però questa volta rimane neutrale.
Hunyadi, governatore della transilvania, dopo aver sconfitto
l'esercito ottomano, punirà Vlad II per non aver tentato di
fermare l'avanzata turca, e Basarab II viene eletto principe.
Cammeo dell' Ordo Draconis
Rifugiatosi in Turchia Vlad II e la famiglia vengono
però imprigionati con l'accusa di tradimento.
Vlad II è costretto a lasciare in ostaggio il figlio
Dracula e suo fratello Radu, in cambio di un'armata con cui tentare
la riconquista del trono valacco.
Nella lunga prigionia turca a Egrigoz (1444-1448)
Dracula impara a odiare i turchi e i loro barbari costumi, al
contrario del fratello Radu che, invece, grazie al suo aspetto fisico
molto attraente, entrerà nelle simpatie del sultano, avvicinandosi
alla cultura turca dalla quale non si allontanerà mai più.
Intanto Vlad II torna sul trono valacco grazie
all'aiuto dell'esercito turco. Dracula intanto apprendeva le
tecniche di terrore e tortura impiegate dai turchi, come
l'impalamento, una tecnica che egli stesso userà in futuro e che
gli varrà il soprannome di Tepes (impalatore).
Nel periodo in cui l'esercito ungherese veniva
sconfitto (Crociata del 1444) e Vlad II di nuovo fatto prigioniero
dal sultano (in quanto il principe valacco non aveva voluto
sciogliere il giuramento fatto all'Ordine del Drago) Dracula si
innamora della concubina più giovane del sultano, il quale,
accortosi del tradimento, la farà squartare in presenza dello
stesso Dracula, che rimarrà del tutto indifferente.
Nel dicembre 1447 Vlad II Drakul viene assassinato (per
vendetta di Hunyadi) assieme al figlio Radu.
Dracula decide di vendicarlo e il sultano ottomano lo
appoggia. Il 19 ottobre 1448 i turchi sconfiggono Hunyadi e Dracula
attraversa la Valacchia al comando di un grosso contingente militare,
e si fa nominare principe dai pochi nobili non impegnati in
battaglia. Successivamente perse però di nuovo il trono, e si
rifugiò dal sultano prima, e a Suceava poi, presso lo zio Bogdan e
il cugino Stephan (con il quale stipulerà un giuramento di fedeltà
tra Valacchia e Moldavia).
Nel 1451 Bogdan viene assassinato, ma nel 1452 il
cugino Stephan riprende possesso del trono moldavo, dopo aver
cacciato l'assassino del padre.
Con la presa di Costantinopoli da parte dei turchi nel
maggio 1453 la Valacchia diventa l'ultimo bastione cristiano sul
confine tra Sacro Romano Impero e Impero Ottomano.
Due anni dopo, a causa di una guerra scoppiata in
Moldavia per la successione al trono, Dracula e il cugino Stephan si
rifugiano in Transilvania, nel castello di Hunyadi a Hunedoara.
Dracula vi resterà un anno, poi nel 1456, con il permesso di
Hunyadi, tornerà in Valacchia e ucciderà Vladislav II,
riprendendo possesso delle sue terre e dei suoi diritti. Si narra che
proprio in quella notte, in cui Dracula tornò al potere, gli
astronomi di tutto il mondo videro nel cielo una lunga scia luminosa,
che solo secoli dopo sarà conosciuta come la cometa di Halley.
Uno dei primi provvedimenti presi dal nuovo principe
Dracula è lo sterminio dei nobili che giurarono fedeltà a
Vladislav II: finiranno tutti impalati nel cortile del palazzo reale
di Trigoviste.
A questo periodo risale la ricostruzione del castello
di Arges, quello che diventerà "Castel Dracula" (citato nel
romanzo di Stoker).
Nel 1457 Dracula invade la Transilvania saccheggiando
la regione di Sibiu, per scovare probabilmente il fratello Vlad il
Monaco, anch'egli pretendente al trono di Valacchia, e per
vendicare la morte del padre. Stephan il Grande riprende possesso del
trono di Moldavia con il fondamentale aiuto del cugino.
A dispetto delle buone relazioni che sembrano
intercorrere tra Vlad e Matyas, il quale aveva finanziato la guerra
intrapresa dal primo contro i turchi, c'erano alcuni punti di
conflitto.
Nell'aprile 1459 Dracula, stanco di sopportare le
pesanti punizioni di Matyas, invade la città transilvana di Brasov
profanandone la chiesa e impalando gran parte dei cittadini e dei
nobili sulle colline attorno alla città. E' in questa occasione
che Dracula mangia fra i cadaveri impalati.
Le incursioni punitive di Dracula proseguiranno anche
nel successivo anno, a tra tutte una delle più sanguinose fu quella
del 24 agosto (notte di San Bartolomeo) ad Amlas, dove furono
impalate più di 20.000 persone. L'azione militare ebbe però
successo in quanto il principe portò Amlas sotto il suo dominio.
Nell'inverno 1461 la Valacchia dichiara guerra alla
Turchia che continua la sua avanzata inarrestabile. Per resistere
Dracula ha bisogno di aiuto, che però non gli viene concesso nè
da Matyas, nè dal cugino Stephan. Così i turchi entrano in
Valacchia con il sultano Mehemed II Il Conquistatore.
Stephan, alleatosi con i turchi, viene ferito e si
ritira in Moldavia. Radu, fratello di Dracula, viene nominato
principe di Valacchia e gli viene dato il compito di trovare il
fratello e di ucciderlo.
Dracula si rifugia nel suo castello di Arges insieme
alla moglie, che per paura di cadere nelle mani dei turchi si
suiciderà gettandosi nelle acque del fiume Arges (che prenderà
poi il nome di "Fiume della principessa").
Scappato dal castello e tornato in Transilvania,
Dracula viene arrestato dai soldati di re Matyas e rinchiuso nella
Torre di Salomone del castello ungherese di Visegrad, dove vi resterà
per 12 anni, a causa di una falsa accusa di tradimento che gli viene
rivolta.
Negli anni di prigionia Dracula ottiene il consenso di
sposarsi con Ilona Szilagy, parente del re ungherese, a patto di
convertirsi al cristianesimo.
Nel 1473 Stephan di Moldavia attacca Radu cacciandolo
dal trono di Valacchia che però passerà al voivoda Basarab III.
Dracula, finalmente libero, viene nominato comandante della Crociata
e insieme al cugino Stephan e a Basarab III sconfigge i turchi
cacciandoli definitivamente dal suolo valacco. L'anno successivo i
tre firmano un patto di alleanza tra Valacchia, Moldavia e Ungheria.
Dracula, ufficialmente riconosciuto come legittimo
pretendente al trono valacco, decide di intraprendere insieme a
Stephan di Moldavia, Vuc Brancovic e il nuovo comandante ungherese
Stephan Bathory, una guerra per spodestare Basarab III (passato nel
frattempo dalla parte nemica) dal trono di Valacchia.
Dracula conquisterà prima la capitale Trigoviste, poi
entrerà a Bucarest, e successivamente riprenderà il controllo
delle sue terre venendo infatti nominato principe di Valacchia dal
consiglio dei boiari e consacrato dal metropolita di Arges.
Nel dicembre del 1476, però, Dracula morirà nella
battaglia con Basarab III, tornato con un esercito di turchi, dopo un
periodo in cui si era rifugiato prima a Bucarest e poi in Turchia.
Vinta la battaglia, Basarab III (probabilmente uccise
personalmente Dracula) inviò la testa del principe al sultano turco
alla corte di Costantinopoli. Dracula venne sepolto nel monastero di
Snagov, ma i suoi resti non verranno mai ritrovati.
Vlad III "Tepes"
Mentre non esiste alcuna prova del fatto che Vlad Tepes
bevesse veramente del sangue umano, la stessa cosa non può essere
detta della Contessa Elizabeth Bathory del castello di Csejthe
(Ungheria nordoccidentale), passata alla storia come "Vampiro
di Csejthe".
Si ritiene che la Contessa abbia ucciso circa
settecento giovani donne credendo che il loro sangue l'avrebbe
ringiovanita, e la sua ossessione fu talmente deviata che, oltre a
bere dai corpi appena uccisi (venivano appesi al soffitto nei
sotterranei del castello), faceva anche il bagno nel sangue fresco.
Le nefandezze della Contessa erano talmente orribili
che, nonostante il gran numero di ragazze che si recavano al castello
per lavorare come domestiche -e che non facevano più ritorno- fu
soltanto quando il numero dei cadaveri prosciugati si rivelò troppo
numeroso per essere sepolto entro le mura del Castello (e alcuni
furono nascosti nelle foreste vicine) che le autorità furono
costrette a prendere provvedimenti contro una donna che si credeva
onnipotente.
Elizabeth Bathory nacque nel 1560 da una famiglia il
cui stemma era rappresentato da tre denti di lupo. Condusse una vita
alquanto disordinata fin dall'adolescenza, ma niente indicava in
lei la predilezione per il sangue. Dopo la morte del marito Conte
Ferencz Nadasdy, però, avvenuta nel 1604, il suo atteggiamento subì
una radicale metamorfosi: il desiderio di attrarre degli amanti più
giovani, mentre la sua bellezza svaniva, diede l'impulso a farle
cercare un rimedio per il suo invecchiamento. Un'antica
superstizione riferita da uno dei servitori (secondo la quale si
supponeva che il sangue contenesse degli speciali conservanti) la
trasformò in un vampiro umano.
Cominciò ad usare la sua autorità per attirare
giovani ragazze al castello, ordinando poi ai suoi servitori di
ucciderle. Alcuni resoconti descrivono la Contessa addirittura con
tendenze licantrope, in quanto usava i denti per strappare pezzi di
carne dai corpi di alcune delle sue vittime, per poi succhiarne il
sangue.
Quando fu arrestata, alla fine del 1611, mantenne un
superbo disprezzo nei confronti delle accuse rivoltele contro. Questo
comunque non bastò a fermare il corso della giustizia ungherese. Il
giudice del dibattimento, atterrito dalla serie di stragi che gli
venne recitata dai servitori della Contessa e dalle poche vittime,
che attendevano la propria fine nei sotterranei, ordinò che fosse
murata viva in una delle stanze più remote del Castello. Lì fu
condannata a passare il resto dei suoi giorni, e morì in questa "tomba" tre anni dopo (agosto 1614). Con la sua morte nacque la
leggenda della Contessa sanguinaria.