TEMPUS FUGIT

Passato, presente, futuro: fin dall'infanzia ci insegnano a distinguere il tempo in base a queste categorie ben definite e guai a confonderle: non saresti in grado di affrontare la vita.
Sembra così semplice, lineare, come si dice; oggi è il presente, ieri è il passato, domani è il futuro.
Peccato che questa linearità si scontri con tante incongruenze, di cui la più deleteria è il fatto che la linea si può percorrere solo in una direzione: certo, ci insegnano che indietro non si torna.
Scusate se non sono d'accordo. Tutto il creato, dalla più piccola particella al moto delle galassie procede a spirale; guarda caso, solo il tempo si muove il linea retta e in una sola direzione! Allora come si spiegano tutti i fenomeni di visione a distanza, ormai riconosciuta a tal punto da essere utilizzata da tutti i più potenti "servizi militari"; come si spiega la ciclicità di tutti i fenomeni naturali e soprattutto come mai ognuno di noi ha una diversa percezione del trascorrere del tempo? Ah già! Lo chiamano tempo psicologico, cioè legato alle esperienze interiori che ti fanno "volare" il tempo o ti fanno sentire che "non passa mai".
Scusate se mi diverto all'idea dei salti mortali che l'uomo ha dovuto fare per mettere insieme una teoria decentemente logica del tempo, corredata da formule matematiche e da riflessioni filosofiche di vasta portata, per poi arrivare alla conferma di una linearità che non spiega proprio un bel niente, ma che condiziona fortemente la nostra percezione della realtà, se vogliamo solo percepirla; e se vogliamo crearla?
Infatti, condizionati dall'idea dell'ineluttabile scorrere del tempo ci affanniamo a creare e vivere una realtà di super attività, di corsa contro il tempo che poi è una corsa verso la morte.
Dobbiamo progettare il futuro, dobbiamo lavorare come matti per avere un futuro migliore per noi, per i nostri figli, per il pianeta; tutte le speranze, i desideri, le realizzazioni sono proiettate nel futuro. Che illusione! Tutto si sposta in avanti in un'estenuante corsa di irraggiungibili chimere, senza accorgerci che così perdiamo l'unico tempo che abbiamo e che è reale: il presente. L'unica capacità di azione e di cambiamento si realizza nel presente, a che serve rimpiangere il passato e sperare nel futuro, se non siamo in grado di dare forma al presente?
Ma quanto dura questo presente? Dipende, cari amici, da come voi volete condurre il gioco: liberatevi dalle categorie mentali, spaziate con il pensiero e avrete un presente eterno, dove tutto è possibile e in cui la vostra creatività si può espandere in tutte le direzioni e portarvi nelle infinite dimensioni dell'essere senza tempo
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