Nel processo di individuazione della coscienza l'uomo
ha attraversato molte vie che lo hanno spinto a separarsi sempre di più
dalle radici universali. Ma questa separazione è illusoria e serve solo
a rendere più chiara l'individualità e la specifica essenza di
ciascuno.
Man mano che l'uomo progrediva nella percezione del poprio io, si allontanava
dal senso di appartenenza al mondo naturale e si vedeva sempre più isolato
e alieno rispetto alle forme di vita vegetali e animali, fino a non poter più
comunicare con questi mondi che pure gli appartengono e con i quali condivide
tempi, spazi e processi vitali.
Per fortuna in ogni gruppo o civiltà sono sempre rimasti alcuni individui
più sensibili e ancora capaci di mettersi in contatto con i mondi naturali.
Questo contatto rimane fondamentale per la sopravvivenza della specie umana
che non può disconoscere di essere intimamente connessa ai cicli vitali
della natura.
Ecco il ruolo dello sciamano: mantenere aperta una via di comunicazione fra
la mente umana e la natura, attingendo conoscenza e segnali-guida per comportamenti
in armonia con i ritmi della vita.
Tutte le mitologie e le religioni antiche hanno enfatizzato
la doppia valenza del legame uomo-natura: terrore di essere sopraffatto dalla
forza cieca degli eventi naturali e desiderio di conoscenza e dominio di quella
stessa forza.
Lo sciamano si pone come mediatore fra le due contrapposte tendenze, è
colui che, pur rimanendo uomo, può attraversare i mondi vegetale e animale,
tornando con conoscenze utili: proprietà delle piante per guarire, modalità
di gestione delle energie, previsione di eventi e orientamento di comportamenti
secondo il simbolismo animale.
I viaggi degli sciamani sono però molto insidiosi, come illustra chiaramente
la mitologi; la sfida è quella di oltrepassare i limiti imposti dalla
mente umana per riunirsi di nuovo alla mente universale; ciò comporta
un duro allenamento e lo sviluppo di capacità straordinarie che non tutti
sono in grado di raggiungere.
L'espandersi della scienza e della tecnologia ha ulteriormente allontanato l'uomo
dalla sua connessione con la natura, tanto che oggi lo sciamanesimo non è
più riconosciuto e ha perso il suo ruolo all'interno dei gruppi, almeno
nella predominante cultura occidentale.
Cosa significa? Il percorso di individuazione ha raggiunto
il punto oltre il quale l'io nella sua presunzione di assoluta indipendenza
e dominanza sta per annullare se stesso, il rischio di autodistinzione della
specie umana è reale e non devo certo illustrare i diversi aspetti che
tutti conoscono.
Il momento è molto vicino: se non si recupera la saggezza derivante dalla
conoscenza delle leggi e dei ritmi della natura, l'uomo non avrà più
il suo ambiente di vita.
Ci sono segni che dimostrano che ciò è già successo, l'uomo
ha raggiunto più volte e superato questo punto con risultati disastrosi.
Forse è il momento di provare a non ripetere gli stessi errori, possiamo
tutti provare a guardare in noi stessi per riscoprire i mondi interiori che
ci suggeriscono comportamenti favorevoli.
Il tempo è maturo; non abbiamo più bisogno di sciamani perchè
ognuno di noi può esserlo.
Tutti abbiamo le capacità di conoscere e capire
le leggi della vita, basta avere libertà di pensiero e di scelta, non
accontentarsi di ciò che la scienza ufficiale ci propone (visti i risultati)
e cercare alternative, vi assicuro che ce ne sono in abbondanza.
E' ora di assumere la responsabilità del proprio comportamento e di usare
la propria intelligenza, altrimenti vuol dire che accettiamo tutto: inquinamento,
OGM, abuso delle risorse e noncuranza per il meraviglioso pianeta che ci ospita.
Rimane sempre valido il principio che il pensiero crea la realtà, perciò
basta recuperare l'armonia con i suggerimenti della natura per cambiare ciò
che sembra inevitabile, ancora una volta l'uomo è di fronte ad una sfida:
libertà e bellezza contro assuefazione e dipendenza. Ad ognuno la scelta.