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CONTROLLO MENTALE
Socrates
17/03/2016 15:50:39
Controllo della mente? Niente di nuovo sotto il sole!
La manipolazione della mente altrui, per evitare lo sviluppo della propria, è purtroppo uno dei vizi più antichi dell'uomo: chissà perchè l'uomo ha bisogno di 'schiavi', di servi, per provare e assaporare il proprio potere; e quanto gusto c'è nel prevaricare ed appropriarsi, possibilmente senza sforzo e fatica, di ciò che è di altri.
Mi sorge il dubbio che tutto ciò abbia a che fare con l'incapacità di esercitare il proprio potere su se stessi e che la sete di appropriarsi di qualunque cosa, siano menti altrui, beni, denaro, ecc... nasconda la consapevolezza che non si sia padroni di sè.
E' proprio per nascondere questa terribile fragilità e la profonda paura che ne deriva, che bisogna dimostrare questo famoso 'potere' sugli altri.
Tutto, pur di non riconoscere il bisogno invincibile che l'uomo, per sua natura, esprime: conoscere se stesso, sapere chi è, da dove viene, dove va.
Quindi, sullo stesso piano, le vittime e i persecutori non fanno che giocare ruoli alterni, in una giostra che si rincorre inutilmente.
Uscire dal 'giro' è semplicissimo: basta riconoscere la propria dignità di essere umano, rinunciare al ruolo di schiavo o di persecutore, per cominciare finalmente ad impegnarsi per esprimere la propria umanità. Chi è autenticamente
uomo
non si sogna neppure di 'sfruttare' un altro essere, è troppo impegnato a conoscere e sviluppare tutte le proprie infinite potenzialità, non ha bisogno di nessuno, anzi offe naturalmente aiuto, conoscenza, e sostegno a coloro che si impegnano sullo stesso cammino. Chi è autenticamente
uomo
non si sottomette al ruolo di vittima, la sua sola presenza testimonia forza e sicurezza, non ci sono paure, ricatti, lusinghe che possano indurlo a rinunciare a se stesso.
Ecco che il problema del controllo mentale è, come tutti gli altri, una sfida cui ognuno, se vuole, può rispondere accrescendo la propria coscienza e responsabilità nei confronti di se stesso; dopodichè ci si può permettere di accettare senza giudicare, le scelte che ogni essere sovrano di se stesso, intende realizzare.
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