Di solito ci si sente dire che ciò che la scienza non sa spiegare oggi
potrà magari farlo domani. Ma il miracolo di Lanciano in Abruzzo, per
esempio, è avvenuto nell'anno 750. E ancora aspettiamo “spiegazioni”.
In quell'anno, un padre brasiliano che là celebrava la messa dubitò
della Presenza Reale e subito l'ostia gli si trasformò in mano, davanti
a tutti: carne e sangue. Quella carne e quel sangue sono ancora lì, nella
chiesa di san Francesco, sotto vetro. Il sangue è diviso in cinque parti
disuguali che - attenzione - tanto pesano unite quanto ciascuna separata. Qualcuno
provi a “spiegare” questo, per cortesia. Nel 1971 due illustri cattedratici
italiani hanno analizzato e studiato la cosa, pubblicando poi un rapporto che
fece scalpore nel mondo scientifico. Tanto che si è scomodata perfino
l'Organizzazione Mondiale della Sanità, la cui Commissione medica, dopo
quindici mesi di lavoro e circa cinquecento esami, nel 1976 ha pubblicato a
New York e Ginevra le sue conclusioni: inspiegabile. La carne è un pezzo
di cuore umano (tessuto muscolare striato del miocardio), il sangue, pure umano,
è del gruppo AB. Non solo: si tratta di tessuto vivente perché
risponde alle sollecitazioni con tutte le reazioni cliniche proprie degli esseri
viventi. La conservazione dopo dodici secoli è parimenti inspiegabile,
perché i contenitori delle reliquie non impediscono l'accesso all'aria
e alla luce, né, dunque, ai parassiti vegetali e animali presenti nell'atmosfera.
Non c'è traccia di sostanze conservanti eccetera eccetera. Ma, si sa:
non c'è più sordo di chi non vuol sentire.
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