FANTASMI DI PIANETI SI AGGIRANO NEL SISTEMA SOLARE
Vittorio Catani
Fonte: Il Sito del Mistero
11/03/2016 18:22:42
Non è la prima volta che gli astronomi annunciano l’esistenza
di questo ultimo corpo celeste: tutte le volte contestata. Staremo a vedere.
Ma perché tanta attesa, quasi una necessità, di trovarlo? Decimo
è X, che è anche mistero. Lo avevano capito anche gli scrittori
di fantascienza.
La recente scoperta di un decimo pianeta nel Sistema solare concretizza un
evento a lungo atteso, quasi una plurisecolare profezia astronomica che assurge
a singolari valenze. E va detto che per decenni e per quanto inverosimile possa
apparire, numerosi «fantasmi» di pianeti si sono aggirati (forse
ancora si aggirano) per i nostri cieli.
Intanto premettiamo che questo decimo mondo, in coda ai nove che si diramano
dal Sole per miliardi di km. in orbite concentriche (nell'ordine: Mercurio,
Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno, Plutone) è «pianeta»
per modo di dire, date le sue modeste dimensioni. Si attendono dettagli più
precisi, ma il suo diametro dovrebbe essere tra i 1.800 e i 2.200 km. (il diametro
della Terra è di circa 13mila km.). Anche nel 1930, allorché l'astronomo
C. W Tombaugh con un telescopio fotografico scopri Plutone - fino a ieri estrema
frontiera del Sistema solare - sorse la questione se lo si dovesse considerare
pianeta o un grosso asteroide (ha un diametro di circa 2.300 km.), o forse un
satellite sfuggito all’attrazione gravitazionale di Nettuno.
Al decimo pianeta - se tale lo si classificherà - è stato dato
il nome di Sedna (una divinità degli Eschimesi, o Inuit) ed è
a sua volta uno squallido roccione che verosimilmente non ha mai avuto un’atmosfera
(se l’ha avuta è in parte evaporata, in parte è divenuta
ghiaccio}; dista circa 10 miliardi di km, dal Sole (quasi il doppio di Plutone!)
e la sue orbita circumsolare si compie in un migliaio di anni. Ma dicevamo di
evento a lungo atteso, quasi di profezia astronomica: in che senso? Motivi di
varia natura. Anzitutto, quelli che fino a ieri erano gli ultimi due pianeti
(Nettuno e Plutone) furono scoperti dopo che gli astronomi avevano teorizzato
l'esistenza di un pianeta oltre Urano, poi di un altro oltre Nettuno, basandosi
su perturbazioni orbitali che lasciavano sospettare la vicinanza di altri corpi
celesti. Ebbene, anche nell’orbita plutoniana si credette più volte
di individuare perturbazioni; per di più Nettuno continuava a mostrare
irregolarità non convincentemente giustificabili con la presenza dei
vicini pianeti.
Gli astronomi tentarono altre strade, studiando il percorso della cometa di
Halley nelle sue numerose apparizioni (ogni 76 anni): come noto, questo corpo
celeste ha una traiettoria molto allungata che la conduce ben oltre Plutone,
nelle più remote periferie del Sistema solare: anche
Quest’orbita appariva perturbata.
Giuste o errate che fossero tali rilevazioni, sta di fatto che a un certo punto
sorse la serissima ipotesi d'un fantomatico Decimo Pianeta, per il quale si
trovò già un nome: Pianeta X (la “x” nella numerazione
romana significa va appunto “dieci”, oltre a essere simbolo di mistero);
e in base ai calcoli eseguiti (correva l’anno 1971) se ne creò
anche la scheda anagrafica: per far quadrare i
conti, il mondo incognito doveva avere una massa pari a 300 volte quella della
Terra e gravitare a circa 9 miliardi di km dal Sole.
Si capi subito che un corpo di tale mole doveva anzitutto risultare visibile,
e perturbare fortemente varie orbite: senonché non se ne vedeva traccia.
E tuttavia, sorse nell'immaginario della gente l'idea di un misterioso oggetto
celeste, immenso ma invisibile, una sorta di minaccioso buco nero planetario
cui la fantasia popolare e di scrittori e registi attribuì le maggiori
stranezze. Su certa stampa dell'epoca apparvero titoli del tipo: «II Pianeta
X inghiottirà il Sistema solare?», e così via. Val la pena
notare che subito dopo la scoperta di Plutone alcuni scrittori avevano già
«presentito» l'esistenza di «X»: nel 1937, per esempio,
lo scienziato-scrittore John W Campbell pubblicò un reportage futuribile
dal titolo The Tenth Worid («II decimo pianeta»); nel 1944 gli fece
eco la scrittrice Leigh Brackett con The Jewelof Bas (il "gioiello"
di Bas era un insolito minerale, detto Pietra del Destino, rinvenibile per l'appunto
su "X"); e così via.
Ma se di «pianeti fantasmi» parliamo non possiamo tacere del chiacchieratissimo
«quinto
pianeta» che avrebbe dovuto orbitare tra la Marte e Giove, zona nota come
«Fascia degli Asteroidi». Nel 1766 il matematico D. G. Titius e
l'astronomo G. Bode, tedeschi, formularono la nota legge di Titius-Bode, che
prevedeva con buona approssimazione le distanze dei pianeti dal Sole (implicitamente
intuiva presenza e distanza di Urano, non ancora scoperto). Secondo tale legge
empirica, sarebbe dovuto esistere un mondo anche tra Marte e Giove. Che senso
avevano dunque quegli asteroidi? Le risposte furono - e sono tuttora - molteplici.
Forse in quella zona doveva
davvero formarsi, agli albori del Sistema solare, un pianeta: che ciò
non sia avvenuto resta un mistero. Forse il forte influsso gravitazionale del
vicino Giove influì negativamente sul delicato meccanismo si assemblamento
delle rocce. O forse (ma qui entriamo in altro ambito) un pianeta ci fu... e
poi esplose: cattivo uso dell'energia atomica. Si chiamava Minerva, era un mondo
bellissimo, e gli asteroidi ne sono i rottami. E un'antica leggenda vuole che
gli astronauti transitanti in quella zona colgano voci, sussurrii, richiami
che narrano eventi sanguinosi e strazianti del pianeta scomparso: un'esperienza
talmente intensa che può condurre alla follia («relazione»
di Ray Bradbury, intitolata Dormiente in Armageddon).
Nel vuoto quindi non solo ectoplasmi di pianeti, ma anche di esseri viventi...
Ma probabilmente il pianeta-fantasma più inquietante ricorre in un resoconto
cartaceo (Dimensioni parallele, di Rod Serling) e anche in una cronaca romanzata
cinematografica: Doppia immagine nello spazio (regista Robert Parrish).
Pochi sanno che esiste, al di là del Sole, un pianeta gemello perfetto
della Terra, che segue la nostra stessa orbita. Non possiamo vederlo perché
nascosto dall'astro, ma alcuni astronauti lo hanno visitato: e un mondo speculare
al nostro, dove le persone sono nostri sosia (o forse siamo
noi i loro). Unica differenza: se uno di noi muove la mano destra, il «doppio»
del mondo gemello muoverà la sinistra: tutto vi è invertito, speculare
ma identico... Peccato che l'ultimo superstite di quella spedizione spaziale
sia impazzito. Ma in definitiva, sono dieci o più ancora i mondi ruotanti
attorno al Sole? Certa mente dieci, il resto è solo diceria.
D'altronde «10» è un numero speciale, perfetto, completo,
che soddisfa una psicologia da sistema decimale. Se sommate i primi quattro
numeri (1+2+3+4: la cosiddetta Tetrodo) ottenete appunto 10. Una cifra che nella
aritmosofia (scienza del simbolismo dei numeri) rappresenta, guarda caso, la
Totalità Cosmica. Se un decimo pianeta non c'è, occorre fabbricarlo...